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Decreto elezioni approvato dal Senato: accorpate regionali e referendum

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Via libera da parte dell'Aula del Senato al decreto elezioni: ancora incerta però la data in cui i cittadini si recheranno al voto.

Con 145 voti favorevoli e 2 contrari il Senato ha approvato la fiducia posta sul decreto elezioni che consentirà di votare, probabilmente il 20 e 21 settembre, per il rinnovo dei consigli regionali e per il referendum sul taglio dei parlamentari.

Il Senato approva il decreto elezioni

Ad essersi espressi contro la fiducia chiesta dal governo sono stati Emma Bonino (+Europa) e Matteo Richetti (Azione) mentre le opposizioni, come annunciato da Luca Ciriani (FDI) hanno lasciato Palazzo Madama. Il provvedimento consente di posticipare i termini ordinari per lo svolgimento delle consultazioni elettorali previste nel 2020 e di poter accorpare le consultazioni in modo da poter effettuare contestualmente il voto sulla riduzione del numero dei parlamentari.

Inoltre permette di ridurre il numero minimo di sottoscrizioni richieste per presentare liste e candidature nelle elezioni comunali o regionali del 2020, salvo diversa determinazione della Regione interessata. Il decreto non contiene precisazioni sul weekend esatto in cui gli italiani saranno chiamati alle urne, ma il governo propenderebbe per quello del 20/21 settembre. Date che però andrebbero a scontrarsi con la proposta del ministro Azzolina di rientrare a scuola il 14, dato che dopo due giorni gli istituti sarebbero costretti a chiudere per la sanificazione. In ogni caso, assicurano fonti del governo, “la decisione arriverà a brevissimo“.

Bagarre in aula poche ore prima

L’approvazione del decreto, in scadenza proprio nella giornata successiva, ha rischiato di saltare a causa delle tensioni tra maggioranza e opposizione. Il leghista Roberto Calderoli aveva chiesto il voto per non avviare subito l’esame dell’articolato del decreto e l’Aula aveva approvato la sua proposta. Ma la controprova, con voto elettronico, ha dato esito opposto bocciando la richiesta per soli due voti.

Di qui la bagarre con i senatori di centrodestra che hanno chiesto la verifica delle votazioni insinuando che alcuni parlamentari fossero entrati in aula dopo la chiusura delle porte. Cosa che ha costretto la Presidente Casellati a sospendere la seduta per visionare i filmati. La donna ha poi comunicato la regolarità del voto e il ministro dei Rapporti con il Parlamento ha potuto porre la questione di fiducia.