> > Fioramonti, l'ex ministro di Conte attacca: "Governo di incapaci"

Fioramonti, l'ex ministro di Conte attacca: "Governo di incapaci"

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Per Fioramonti, ex ministro dell'Istruzione, l'esecutivo Conte rappresenta un governo di 'incapaci'.

Lorenzo Fioramonti conosce bene tutti i componenti dell’attuale esecutivo di Governo avendone fatto parte fino a dicembre 2019 in qualità di Ministro dell’Istruzione. Poi, a pochi giorni da Natale, la decisione di rassegnare le dimissioni e abbandonare anche il Movimento 5 Stelle. Oggi si trova nel gruppo ‘Misto’ e non lesina critiche alle politiche attuate dal Governo Conte in tempi di pandemia da Coronavirus.

Anzi, nel corso di una lunga intervista concessa a ‘Dariodelweb.it’, Fioramonti boccia l’attuale esecutivo. “Manca una visione, un indirizzo, una prospettiva, quindi se si interviene lo si fa un po’ a casaccio. E lo sostengo non solo dalla lettura dei giornali, ma perché queste persone le ho viste all’opera”. Per l’ex Miur dunque è un governo di incapaci a tutti gli effetti.

Fioramonti e l’azione di governo per la scuola

E del resto, ciò lo testimonia la gestione scuola. Fioramonti spiega come oggi son venuti fuori tutti i limiti che il mondo dell’Istruzione e della Ricerca vivono già da tempo, ben prima dell’epoca Covid. Gridi di allarme che lui, nel suo anno e mezzo di esecutivo, ha sempre lanciato ma che sono rimasti inascoltati. E per questo a dicembre ha scelto di rassegnare le dimissioni.

“Non è che non ci fosse un interesse spiccato, non gliene fregava proprio niente. Oggi vediamo l’effetto di tutto questo: abbiamo i ragazzi a casa, le famiglie disperate e non sappiamo cosa accadrà a settembredenuncia amareggiato Fioramonti -. In una situazione di normalità si può anche continuare a galleggiare, ma quando arriva una crisi, allora il problema è grosso. Ai parlamentari allarmati per la situazione della scuola chiedo dove fossero quando, da ministro, mi impuntavo. Se avessero fatto pressione allora, forse avremmo evitato tanti di questi disagi”.

L’ex ministro dell’Istruzione ci va giù pesante: “Ho fatto i salti mortali, mi sono sgolato, fino a minacciare addirittura le mie dimissioni, privatamente e pubblicamente, ma senza sortire un effetto. Perché il muro di gomma contro il quale mi scontravo era troppo spesso. Se il presidente del Consiglio avesse avuto meno disinteresse, prima degli Stati Generali dell’economia, avrebbe convocato almeno una giornata secca sulla scuola. Almeno per fare finta di pensarci. Invece non sono riusciti a fare nemmeno questo”.

Il pensiero su Conte

Nella lunga chiacchierata, Fioramonti non lesina critiche neanche agli indirizzi di Giuseppe Conte. Reputandolo un avvocato che fa gli interessi degli azionisti di riferimento della maggioranza di momento: “Lui ha approvato i Decreti Sicurezza voluti da Salvini, oggi invece si trova a suo agio con chi questi decreti vuole cambiarli”.

Ma non ha dubbi sul fatto che Conte non sia un antidemocratico: “Non è un dittatore, ma nemmeno uno statista. Lo ritengo, semmai, un avvocato: che difende il cliente che si trova in quel momento in studio, che si tratti di una vittima di stupro o di un pedofilo. Questo va bene in tribunale, ma non in politica”.

Cosa succede nel M5s

Infine, un pensiero su quel che sta accadendo in seno al Movimento 5 Stelle, corrente politica da cui Fioramonti è andato via lo scorso dicembre. Sulla querelle Grillo-Di Battista non prende posizione e ammette: “Penso che, a volte, si cerchi di vedere chissà quali strategie dietro ad atteggiamenti improvvisati e irrazionali. Questa narrazione sostiene l’idea di una classe politica, magari spregiudicata, ma comunque capace. Invece credo che siamo entrati ufficialmente nell’era dell’incapacità: di una politica estemporanea, caotica, decisa al volo senza curarsi delle conseguenze”.

E non basta un cambio ai vertici per dare nuova linfa al Movimento 5 Stelle. Anche perché Fioramonti riconosce, quantomeno, la capacità in Di Maio di saper fare politica interna e saper accontentare tutti. Capacità che magari altri non hanno. “Il M5S deve trovare chiarezza. Non può dire una cosa un giorno e quello dopo farne un’altra. Così non cambierà mai nulla”.