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La lettera di Salvini: "No al Mes, sì ai Btp Italia"

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Una lunga lettera di Salvini per rispondere a Zingaretti: la ricetta della Lega per uscire dalla crisi.

Non è il Mes la soluzione per uscire dalla crisi economica dovuta al Coronavirus. Matteo Salvini, dunque, si trova concorde con il Movimento 5 Stelle e ribadisce la sua contrarietà al fondo ‘Salva-Stati’: lo ribadisce, ancora una volta, in una lettera scritta al Corriere della Sera. Dalle stesse colonne, nella giornata del 29 giugno, il segretario dei Dem, Nicola Zingaretti, aveva forzato la mano sul tema Mes infuocando, successivamente, il dibattito politico.

Salvini ha altre idee per l’Italia e per uscire fuori dalla crisi economica. Il segretario del Carroccio, infatti, punta più sull’emissione di buoni del Tesoro: “Scommetto sull’Italia, non sul Mes”, scrive il senatore leghista. Perché il suo obiettivo non è quello di “ipotecare il futuro dei nostri figli”.

La lettera di Salvini

Per il leader della Lega l’emissione di buoni del Tesoro sono una scommessa vincente. Nella sua lettera, infatti, cita casi concreti: “I segnali sono incoraggianti poiché il Btp Italia ha battuto ogni record e con un’unica asta ha chiuso a 22,3 miliardi”. Si tratta, secondo il senatore del Carroccio, di più della “metà del Mes!”. Mentre quanto sostenuto da Zingaretti – nei dieci punti favorevoli al Fondo Salva-Stati – comporterebbe solo l’aumento della spesa strutturale.

“Il Mes non è pensato per alimentare gli investimenti nella ricerca, la rivoluzione digitale, il rafforzamento della medicina di base, la riforma dei servizi per anziani e malati cronici, l’aumento di investimenti per il personale sanitario, l’aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, le borse di studio, l’aumento dei posti finanziati per gli specializzandi o altri obiettivi generici”, è la denuncia di Matteo Salvini.

La preoccupazione del leader della Lega è rivolta soprattutto al futuro: “Chi ci assicura che tra dieci anni, quando la crisi Covid sarà un ricordo lontano, ci saranno le stesse volontà e gli stessi equilibri politici? L’Italia resterebbe in balia degli umori europei: pollice su o pollice giù? Vita o morte?. Così, tra tanti dubbi e una certezza: una volta accettate le risorse, lo Stato membro sarà soggetto a sorveglianza rafforzata da parte della Commissione europea e della Bce. Ci sarà quindi la possibilità di subire altri diktat. La patrimoniale. Una bastonata alle pensioni. Un inasprimento dell’Iva”.