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Nuova ordinanza in Veneto: "Denuncia ai positivi che rifiutano ricovero"

Luca Zaia nuova ordinanza veneto

Dal 6 luglio i lavoratori che rientreranno in Veneto da paesi considerati a rischio dovranno sottoporsi a due tamponi: lo prevede la nuova ordinanza.

Come già annunciato quando fu ricostruito il focolaio di Vicenza, il governatore del Veneto Luca Zaia ha firmato una nuova ordinanza in vigore da lunedì 6 luglio 2020 contenente misure più restrittive. Tra queste la denuncia a chiunque, positivo al coronavirus, rifiuti il ricovero in ospedale e l’obbligo di sottoporsi ad un doppio tampone per i lavoratori che fanno rientro in regione all’estero.

Nuova ordinanza in Veneto dal 6 luglio

Il Presidente ha definito il provvedimento semplice da un lato perché comprensibile a chiunque. Ma anche complicata dall’altro perché bisognerà lavorare di più per limitare in più possibile i contagi. Nella prima settimana di luglio, ha spiegato, il Veneto ha fatto i conti con 28 contagi di cui 15 importati dall’estero. Di qui la necessità di imporre l’isolamento fiduciario di due settimane, oltre alle persone entrate in contatto con infetti, anche a cittadini veneti (e non) che tornano o arrivano da Paesi extra Schengen. Onde evitare eventuali contagi, dovranno sottoporsi alla quarantena anche i soggetti con una temperatura corporea superiore ai 37.5 gradi.

Qualora il positivo viva con i familiari in uno spazio sovraffollato, le Ulss potranno disporre l’isolamento in strutture alberghiere o extra-ospedaliere. Le novità più importanti dell’ordinanza riguardano però i lavoratori delle aziende. Per chi rientra in Veneto dai Paesi esteri che non fanno parte della lista dei 36 Stati (quasi tutti in area Shengen) stabiliti dalla Regione, sarà obbligatorio effettuare un doppio tampone.

I cittadini non lavoratori che arriveranno in Veneto da un Paese non compreso nella lista dei 36 stati non a rischio dovranno invece stare due settimane in isolamento obbligatorio. Un’altra novità riguarda l’immediata denuncia a chi rifiuterà il ricovero ospedaliero dopo essere risultato positivo al test. Multa di mille euro poi per i lavoratori dell’azienda che si rifiuteranno di sottoporsi al tampone. Sanzioni in arrivo anche per le aziende che non segnaleranno alle autorità sanitarie di avere dipendenti da sottoporre ai test perché di rientro dall’estero. Per fare in modo che i controlli vadano per il meglio, ha concluso Zaia, sarà fondamentale anche l’aiuto del governo centrale.