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Decreto Sicurezza, incostituzionale negare anagrafe a richiedenti asilo

decreto sicurezza

Pronunciandosi sul decreto sicurezza, la Consulta ha dichiarato incostituzionale la norma che nega l'iscrizione all'anagrafe per i richiedenti asilo.

Nella giornata di giovedì 9 luglio la Consulta si è pronunciata in merito al primo decreto sicurezza, dichiarando incostituzionale la norma che nega l’iscrizione all’anagrafe per i richiedenti asilo. Il parere della Corte Costituzionale è giunto dopo le numerose questioni di legittimità che erano state sollevate dai tribunali di Milano, Ancona e Salerno. Una decisione che arriva peraltro proprio mentre il governo sta discutendo la modifica di entrambi i decreti sicurezza, con la nuova bozza preparata dalla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese che non conterrebbe più la norma incriminata.

Decreto sicurezza, confermata parziale incostituzionalità

La norme che vieta l’iscrizione all’anagrafe per i richiedenti asilo, definita “irragionevole” dalla Consulta stessa, è stata dichiarata incostituzionale in quanto viola:L’articolo 3 della Costituzione sotto un duplice profilo: per irrazionalità intrinseca, poiché la norma censurata non agevola il perseguimento delle finalità di controllo del territorio dichiarate dal decreto sicurezza; per irragionevole disparità di trattamento, perché rende ingiustificatamente più difficile ai richiedenti asilo l’accesso ai servizi che siano anche ad essi garantiti”.

Il primo decreto sicurezza, sul quale è intervenuta la Consulta, è entrato in vigore il 5 ottobre del 2018 durante il mandato del primo governo Conte e presenta importanti modifiche del sistema di accoglienza italiano. In particolare nel decreto veniva abolito il permesso di soggiorno per motivi umanitari della durata di due anni e sostituito da altre tipologie di permessi più specifici e dai vincoli più stringenti.