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Coronavirus, Boccia: "Se necessario pronti a chiudere territori"

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Qualora si dovesse rendere necessario il Ministro Boccia è pronto a chiudere i territori a causa del Coronavirus.

Mentre in Spagna torna a far paura il lockdown e in Italia si continuano a registrare piccoli focolai che preoccupano la popolazione ma anche gli esperti, il Governo Conte sta pensando a una proroga dello stato di emergenza. Una proroga che potrebbe garantire al Premier di poter intervenire in tempi molto ristretti qualora il Covid dovesse tornare con una vera e propria seconda ondata. Ed è per questo motivo che il ministro degli Affari Regionali, Francesco Boccia, ha ribadito ancora una volta di come il Governo sia pronto a chiudere i territori se ciò si dovesse rendere necessario a causa del Coronavirus.

La proroga dello Stato di emergenza

In una lunga intervista concessa a Il Messaggero, infatti, Boccia ha spiegato come lo stato di emergenza sia una assoluta necessità in caso di ritorno prepotente del Coronavirus. “Tanti elettori di centrodestra – spiega Boccia in riferimento alle polemiche sulla probabile proroga – sanno che si tratta di un atto dovuto proposto dal Governo che ha messo in sicurezza sanitaria il Paese. Così come ci sono tanti amministratori e governatori di centrodestra che comprendono benissimo i meccanismi di governo della cosa pubblica. Lo stato di emergenza è la nostra Arca di Noè”.

Coronavirus, Boccia: “Chiudere territori in crisi”

Il Ministro degli Affari Regionali esalta l’Italia come modello: “Nel mondo sulla protezione della salute e della vita. Fino a quando il Coronavirus sarà in circolazione potranno sempre servire misure eccezionali per lavoratori, imprese, sanità, scuola e per ogni comparto su cui governo, regioni ed enti locali sono chiamati a dare risposte quotidiane. Ho fiducia nel senso di responsabilità dell’opposizione”.

Da quando è entrata in vigore la fase 3, ovvero la riapertura delle Regioni, il Governo Conte ha azzerato l’utilizzo di Dpcm: “L’uso di questo strumento – spiega ancora Boccia – è stato intenso solo nelle settimane più drammatiche del lockdown quando era necessario assumere decisioni immediate e per tutelare la vita. Quelle esigenze non ci sono più”.

Gli italiani stanno sottovalutando il virus, di questo non ha alcun dubbio il ministro degli Affari Regionali. E la colpa è di qualche scienziato che ha esternato un’eccessiva fiducia: “Per quanto fondate e non ho alcun dubbio a considerarle tale, hanno potuto influenzare la gente e far credere che sia tutto finito. Ma non è così!”.