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Consiglio dei Ministri su Autostrade: 51% a Cdp, Benetton fuori da Cda

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Si è concluso alle 5:30 il Consiglio dei Ministri in cui i rappresentanti del governo hanno discusso del dossier Autostrade.

Una notte lunghissima per il Governo Conte: è durato fino oltre le cinque del mattino il Consiglio dei Ministri sulla questione Autostrade e in particolare sulle conseguenze legate sia alla revoca che alla revisione della loro concessione. Poco prima della mezzanotte però il Premier aveva deciso di sospendere la riunione per incontrare singolarmente i ministri Gualtieri e De Micheli insieme ai tecnici di Aspi per esaminare l’ultima proposta della società.

E così arriva il passo indietro dei Benetton che apre all’accordo su Autostrade per l’Italia. L’intesa passa dall’ingresso di Cassa Depositi e Prestiti con il 51%, che renderà di fatto Aspi una public company. Ok anche una revisione complessiva delle concessioni e delle tariffe autostradali. Intanto, il titolo di Atlantia rimbalza in Borsa all’apertura.

La nota di Palazzo Chigi

Nel comunicato di Palazzo Chigi successivo al Consiglio dei Ministri si fa riferimento all’ingresso di Cassa depositi e prestiti in Aspi, la proposta transattiva prevede un aumento di capitale per l’acquisizione del controllo da parte di Cdp e l’uscita di Aspi dal perimetro di Atlantia. “In alternativa Atlantia ha offerto la disponibilità a cedere direttamente l’intera partecipazione in Aspi, pari all’88%, a Cdp e a investitori istituzionali di suo gradimento”.

Sono previste anche misure: “Compensative ad esclusivo carico di Aspi – si legge ancora nella nota di Palazzo Chigi – per il complessivo importo di 3,4 miliardi di euro e accettazione della disciplina tariffaria introdotta dall’ART (Autorità di regolazione dei trasporti) con una significativa moderazione della dinamica tariffaria”.

Cosa si è deciso

La proposta di Autostrade prevedeva diverse mosse: anzitutto una riduzione dei pedaggi; aumento dei risarcimenti da parte di Atlantia, riduzione sostanziosa della quota dei Benetton nel capitale societario. L’ultima opzione potrebbe essere l’anello di congiunzione tra Autostrade e il Governo che così potrebbe consentire l’ingresso di Cassa depositi e prestiti.

Inoltre, sempre secondo quanto discusso all’interno del Consiglio dei Ministri, Autostrade verrebbe scorporata dalla holding e la società verrebbe quotata in Borsa con l’ingresso di nuovi soci. Non ci una vera e propria revoca ma solo una riduzione della quota dei Benetton che potrebbe scendere al di sotto del 10%: ciò vorrebbe dire non farli rientrare neanche all’interno del Cda.

Passa, dunque, salvo clamorose sorprese, la posizione di Gualtieri, ministro del Tesoro. Conte, invece, aveva spinto più volte per la revoca. Secondo quanto riferiscono fonti governative Aspi accoglierà questa soluzione favorevolmente: “Se non rispettano gli impegni presi questa notte e che sono la base per l’intesa finale, sarà revoca”.

Consiglio dei Ministri su Autostrade

Quest’ultima prevedrebbe l’ingresso di Cassa Depositi e Prestiti in Autostrade e l’uscita, diluita nel tempo, di Atlantia da Aspi. Una mediazione su cui, hanno spiegato fonti del governo, l’esecutivo e la holding dei Benetton avrebbero lavorato nelle ore precedenti al Consiglio. In base a ciò l’uscita di Atlantia sarebbe graduale e da completare in un lasso di tempo che andrebbe da sei mesi ad un anno. Tra i nodi legati allo schema di accordo ci sarebbe però il range temporale dell’uscita della società controllata da Edizione.

Le diverse posizioni nel governo

La riunione, originariamente prevista nelle ore precedenti, è slittata a causa delle continue tensioni tra le forze politiche. L’ordine del giorno era in realtà la discussione sullo scioglimento dei Consigli comunali per mafia. Ma si è parlato, prima della nuova proposta di Aspi, anche della revoca della concessione ai Benetton tanto che, secondo quanto si era appreso, Conte sarebbe stato pronto a lanciare l’ultimatum.

Intanto la maggioranza continua ad avere posizioni differenti. Da una parte c’è Italia Viva che si è dichiarata contraria alla revoca, dall’altra il Movimento Cinque Stelle spinge in questa direzione. Sul piatto c’è anche l’ipotesi commissariamento, l’unico modo secondo il viceministro ai Trasporti grilino Giancarlo Cancelleri per avviarla senza perdere posti di lavoro.

La società, ha spiegato, continuerebbe a lavorare attraverso un commissario governativo e dopodiché si metterebbe al bando la concessione. Parlando a nome del Movimento è stato chiaro: “Non dico che ci sia la revoca se dovessero arrivare delle proposte all’ultimo minuto da parte di Aspi che vanno nella direzione più volte indicata dal Premier Conte. Ma questo deve contemplare la fuoriuscita totale dall’azionariato da parte di Benetton“.

In generale l’obiettivo del Presidente del Consiglio sarebbe quello di tenere i Benetton fuori dalla gestione. Una decisione che provocherebbe però tensioni con Atlantia, la holding che gestisce l’88% delle quote di Autostrade.


La lettera della De Micheli a Conte

Intanto è spuntata una lettera riservata sul dossier Autostrade che il ministro dei Trasporti Paola De Micheli aveva inviato il 13 marzo 2020 a Conte. Nel testo si legge che “considerata la delicatezza e la complessità della questione, è opportuno sottoporre al Consiglio dei Ministri la percorribilità della soluzione transattiva“. Nel caso di una risoluzione della Convenzione ci sarebbe infatti da una parte il rischio occupazionale per i mancati investimenti e dall’altro la necessità di individuare commissari straordinari per gestire la rete autostradale fino all’individuazione dei nuovi gestori.

Lettera De Micheli

Non solo. Il ministro aveva anche menzionato il parere del 19 febbraio nel quale l’Avvocatura dello Stato aveva lasciata aperta la possibilità che “in sede giudiziaria si possa riconoscere il diritto di Aspi all’integrale risarcimento“. Si tratta dei 23 miliardi ipotizzati dalla società in caso di revoca della concessione.