> > Piera Aiello: "Gli ebrei ad Auschwitz? Avevano la fortuna di essere uccisi"

Piera Aiello: "Gli ebrei ad Auschwitz? Avevano la fortuna di essere uccisi"

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Gli ebrei deportati ad Auschwitz sono stati fortunati perché venivano uccisi: lo ha affermato l'On Piera Aiello.

In occasione di un convegno tenutosi a Ottaviano, Napoli, l’On. Piera Aiello si è lasciata andare a un’affermazione che non è passata inosservata all’associazione ‘Sostenitori dei Collaboratori e Testimoni di Giustizia’. Come denunciato sulla propria pagina social, infatti, il Movimento non riesce a mandar giù le parole dell’onorevole siciliano. Per Piera Aiello, infatti, gli ebrei deportati ad Auschwitz avrebbero avuto: “La fortuna di essere uccisi”.

Durante la convention tenutasi al Palazzo Mediceo, nella sala Gaetano Montanino, un tempo di proprietà dei Cutolo, poi bene confiscato e destinato alla pubblica utilità, hanno preso parte anche l’avvocato Luca Capasso, a seguire i testimoni di giustizia Pino Masciari dalla Calabria, Ignazio Cutrò dalla Sicilia e Luigi Coppola dalla Campania.

Piera Aiello e la “fortuna” degli ebrei

L’associazione a difesa dei testimoni di giustizia attacca duramente Piera Aiello: “Queste sono le parole pronunciate durante un evento pubblico dall’Onorevole Piera Aiello. L’onorevole paragona i Testimoni di Giustizia agli Ebrei deportati nei lager e ritiene quest’ultimi fortunati perché uccisi, mentre loro no. Vorremmo ricordare all’Onorevole che gli Ebrei sono stati torturati, bruciati nei forni crematori, affamati, messi ai lavori forzati, soffocati nelle camere a gas, i bambini massacrati, sono stati fatti su di loro i peggiori esperimenti, le loro ceneri volavano nel cielo”.


Per l’associazione a tutela dei testimoni di giustizia le parole pronunciate da Piera Aiello sono inaccettabili: “Come si possono fare questi paragoni? Con quale coscienza si afferma ciò?”. L’organizzazione, poi, si rivolge ancora all’Onorevole Aiello: “Dopo le uccisioni di suo suocero e di suo marito (uomini di mafia mai ravveduti) ha deciso di denunciare, non prima, lo Stato si è preso cura di Lei e della sua bambina, dandoLe la possibilità di una nuova vita. Ha avuto tutto dallo Stato: cambio di generalità, scorta, carica politica e ritorno alle sue generalità originali. Dovrebbe solo dire grazie allo Stato e non paragonarsi alle vittime dell’olocausto”.

Il Direttivo dell’associazione ribadisce come queste frasi: “Non si possono ascoltare, soprattutto da un onorevole, queste parole. Davanti ad affermazioni del genere è doveroso da parte Sua in primis chiedere scusa alle vittime di questa tragedia e in secundis dare le dimissioni. I Testimoni di Giustizia ed altri denuncianti che fanno parte di questa Associazione prendono le distanze più assolute dalle Sue affermazioni e non si sentono rappresentati da Lei”.