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Lo sfogo dei Benetton contro Conte: "Trattati come una cameriera"

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La rabbia di Luciano Benetton dopo il caso Autostrade. Il durissimo sfogo contro il Governo Conte.

Continua a tenere banco il caso Autostrade:dopo il lunghissimo Consiglio dei Ministri della notte di mercoledì 15 luglioe l’accordo trovato per la gestione dell’infrastruttura con l’ingresso dello Stato al 51% grazie a Cassa Depositi e Prestiti, arriva il durissimo sfogo dei Benetton. La famiglia veneta, infatti, è stata estromessa del CdA potendo avvalersi di una quota inferiore al 10%. Una scelta, quella del Governo Conte, che non va proprio giù a Luciano Benetton che rende noto tutto il suo malessere di questi anni – dal crollo del Ponte Morandi – con una lunga invettiva a La Repubblica, edizione cartacea del 16 luglio. Conte al momento ha preferito non commentare.

I Benetton contro il Premier Conte

Per i Benetton, infatti, l’opera portata avanti dall’esecutivo giallorosso è l’equivalente di un vero e proprio esproprio: “Non mi sorprendono gli interessati attacchi politici di persone senza qualità – denuncia Luciano Benetton -. Mi indigna la sistematica opera di demonizzazione del nome della nostra famiglia, promossa dai vertici dello Stato. Mai mi sarei aspettato certi termini e certi toni pubblici dal premier Conte e da alcuni suoi ministri”.

La colpa di Conte? Secondo Luciano Benetton starebbe trattando la sua famiglia come si farebbe con una “cameriera”, forse anche peggio. Perché la famiglia veneta non riesce a mandar giù il boccone: “Chi caccia una domestica da casa è obbligato a darle quindici giorni di preavviso. A noi, che per mezzo secolo abbiamo contribuito al boom economico dell’Italia, intimano di cedere i nostri beni entro una settimana. Non possiamo accettare di essere trattati come ladri, dopo aver distribuito tanta ricchezza e tanta cultura, non solo economica”.

L’attacco a Di Battista

Nel lungo sfogo di Luciano Benetton – che adesso teme per lo stato di salute del proprio impero imprenditoriale che già era in netta sofferenza negli ultimi anni – c’è spazio per un attacco contro Alessandro Di Battista, esponente dei Cinque Stelle. “Da uno così nessuno si aspetta prudenza e dignità; da un presidente del Consiglio e da una forza di governo come i Cinque Stelle, che guidano la seconda potenza esportatrice dell’Europa, le si pretende”.

Ma in casa Benetton si è consapevoli dei tanti errori commessi: “A partire dalla fiducia totale riconosciuta ai manager scelti da Gilberto per permettere alla famiglia di fare solo l’azionista”. Luciano reputa il crollo del Ponte Morandi la sua “più grande tragedia della vita” e per questo non chiede assoluzioni.