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Decreto Rilancio approvato dal Senato: interventi per 55 miliardi

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Il Decreto Rilancio è stato approvato dal Senato: il testo non ha subito modifiche rispetto a quello uscito dalla Camera.

Il Senato ha approvato il Decreto Rilancio, che quando messo in Gazzetta Ufficiale sarà legge a tutti gli effetti, mantenendo intatto il testo giunto da Montecitorio. Il sì definitivo è arrivato a ridosso del termine ultimo di conversione previsto per il 18 luglio 2020.

Decreto Rilancio approvato dal Senato

Come alla Camera il governo ha posto la fiducia sul provvedimento con 159 voti a favore, 121 contrari e nessun astenuto. Esso prevede interventi per un valore di 55 miliardi di euro volti a limitare l’impatto economico dell’emergenza sanitaria su imprese, lavoratori, famiglie e terzo settore. Tra le misure più attese c’è la conferma del bonus di 1.500 euro per chi rottama una vettura di almeno 10 anni per acquistare una Euro 6, erogato a condizione che il concessionario effettui uno sconto di almeno altri 2.000 euro pena il dimezzamento dell’incentivo.

Tra le misure originarie vi sono i contributi a fondo perduto per le aziende, lo stop ai pagamenti dell’Irap, il reddito di emergenza e l‘innalzamento da 600 euro a 1200 del bonus baby sitter. Tra quelle aggiunte tramite emendamenti nel passaggio a Montecitorio figurano invece l‘allargamento alle seconde case del superbonus al 110% per gli interventi green, l’aumento dei fondi destinati alle scuole paritarie, lo slittamento di un mese dei congedi per i genitori e l’anticipo della cassa integrazione prevista per l’autunno.

Queste altre disposizioni contenute nel Decreto:

  • la possibilità per i Comuni di premiare con uno sconto fino al 20% chi, per pagare l’Imu, scelga l’addebito sul conto corrente;
  • la validità fino a fine anno per carte d’identità e patenti scadute durante il lockdown;
  • la proroga fino al 2033 delle concessioni degli stabilimenti balneari;
  • la possibilità per l’Agcom di ordinare la rimozione dei servizi di telefonia attivati senza il consenso degli utenti;
  • la proroga fino al 31 dicembre 2020 dello smart working per i dipendenti della pubblica amministrazione le cui mansioni lo permettono.