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Recovery Fund, Conte: "Il negoziato sta diventando risolutivo"

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Continua il negoziato per il Recovery Fund e il Premier Conte si dice fiducioso per una risoluzione delle trattative.

Lunedì 20 luglio in programma il quarto giorno di negoziato: alle ore 16 i vertici UE si incontreranno nuovamente per superare le difficoltà sul Recovery Fund. Nella serata di domenica 19 luglio è arrivata la proposta dei Paesi ‘frugali’: 350 miliardi aiuti in sovvenzioni e altrettanti sottoforma di prestiti. Questo, dunque, il risultato del terzo giorno di negoziato a Bruxelles per cercare di superare lo stallo sul Recovery Fund.

Il negoziato sul Recovery Fund

A fare il punto della situazione sulla posizione dell’Italia in merito al Recovery Fund è il premier Conte che a notte fonda ha parlato così ai cronisti presenti a Bruxelles: “In questo momento ci stiamo avvicinando allo zoccolo duro delle rispettive posizioni e il confronto diventa più risolutivo: spero domani si possa iniziare a valutare alcuni aggiornamenti delle poste, frutto dell’intensa negoziazione di questi giorni”.

L’Italia, dunque, è fiduciosa per una risoluzione delle trattative. Perché il nuovo Consiglio Europeo, convocato per le 14 di lunedì 20 luglio sul Next Generation Ue, può significare il superamento dello stallo. Fonti governative evidenziano come si stiano facendo importanti passi avanti.

Su una soluzione possibile da parte della governance che elimini il meccanismo di veto sui piani di riforma nazionali Conte si esprime così: “Abbiamo indirizzato il procedimento di verifica e controllo dello stato di avanzamento dei progetti secondo una più corretta soluzione, rispettosa delle competenze dei vari organi definite dai trattati”.

La proposta del Consiglio Europeo

Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, presenterà una nuova proposta formale (cosiddetta ‘Negobox’) entro la ripresa dei lavori fissata per le ore 16di lunedì 20 luglio: sarà basata su una dotazione di 390 miliardi di euro di sovvenzioni, ma con rebate più bassi rispetto alla precedente.

La proposta dei Paesi frugali

A fare il punto della situazione è la Finlandia. Fonti governative finlandesi, infatti, hanno evidenziato come la proposta messa in campo da quelli che sono stati definiti da Conte ‘Paesi frugali’ sia equilibrata e giusta. Dunque, 350 miliardi subito mentre altri 350 saranno dati in forma di prestito. Le trattative proseguiranno anche nella giornata di lunedì 20 luglio. Anche perché è probabile che la proposta avanzata non soddisfi i grandi dell’UE.

Recovery Fund, il messaggio di Conte

Il Premier Conte continua ad aggiornare gli italiani attraverso annunci social. L’ultimo, in ordine cronologico, è del pomeriggio di domenica 19 luglio in cui ha fatto il punto della situazione sulle ‘alleanze’ europee. Il Recovery Fund è una misura auspicata dalle grandi potenze quali Francia, Spagna, Germania e, tra le altre, Italia. Contro queste richieste, invece, quelli che il Premier Conte ha bollato come ‘Paesi frugali’.

Il Premier Giuseppe Conte ha postato su Twitter e Facebook una foto che lo ritrae assieme ai leader di Francia, Germania e Spagna, oltre che alla Presidente Von der Leyen. Un chiaro messaggio agli oppositori della linea italiana in Europa. A corredo dello scatto una didascalia che non lascia spazio a interpretazioni: “Continua il negoziato. Da una parte la stragrande maggioranza dei Paesi – compresi i più grandi Germania, Francia, Spagna, Italia – che difendono le istituzioni europee e il progetto europeo e dall’altra pochi Paesi, detti frugali”.

La posizione dei leader europei

Quali sono le posizioni dei leader europei in sede di trattativa per mettere nero su bianco sul Recovery Fund? Per esempio, il premier Orban dell’Ungheria ha evidenziato come sia una vera e propria disputata tra italiani e olandesi: “Noi appoggiamo l’Italia perché bisogna darei i soldi ai Paesi che ne hanno bisogno e permettere loro di spenderli appena possibile per stabilizzare le loro economie, invece di ingaggiare lunghe dispute burocratiche”. Per Orban la colpa dello stallo è Mark Rutte.

Quest’ultimo, la scorsa notte, ha ribadito come un accordo sia possibile ma ci siano ancora diversi punti da chiarire: “Tra questi lo stato di diritto, il mix sussidi e prestiti, l’ammontare dei sussidi, e i rebates. Ci sono stati dei progressi ma non ancora sufficienti”. Più negativa la Merkel, cancelliera tedesca, che parla anche di un possibile “Mancato accordo. C’è molta buona volontà ma anche molte posizioni diverse – ha detto -, farò ogni sforzo ma è ancora possibile che oggi non si possano ottenere risultati”.

Per Emmanuel Macron, invece, è necessario trovare dei buoni compromessi: “Ma questa volta non si possono fare a spese dell’ambizione europea”. E in un cinguettio social ha sottolineato: “Collaboriamo con la cancelliera Merkel per un piano di ripresa senza precedenti, a livello della crisi che stiamo attraversando, all’altezza delle sfide per l’occupazione, il clima, la nostra sovranità e i valori dell’Europa”.