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Gancia sul Recovery Fund: "Gran lavoro, che diranno Matteo e Giorgia?"

Gancia Recovery Fund

La leghista Gianna Gancia ha commentato con soddisfazione l'accordo sul Recovery Fund: "Gran lavoro diplomatico, che diranno Matteo e Giorgia?".

Dopo aver raggiunto il risultato auspicato, il premier Giuseppe Conte sarà in Parlamento per riferire dell’accordo ottenuto in sede europea sul Recovery Fund. La maggioranza si è detta soddisfatta del lavoro svolto, mentre da Fratelli d’Italia e Lega si alza il malcontento. Fuori dal coro è la leghista Gianna Gancia, la quale sui social ha pubblicato un post a favore del Recovery Fund. Le sue parole, tuttavia, sono state cancellate poco dopo.

Gianna Gancia sul Recovery Fund

Sul suo profilo Facebook la Gancia non ha nascosto il suo elogio a quello che ha definito un “grande lavoro diplomatico dell’Italia” per l’accordo raggiunto sul Recovery Fund. Non mancano neppure le frecciatine per il leader del suo partito e la collega Giorgia Meloni.

L’eurodeputata leghista Gianna Gancia, imprenditrice, già presidente della Provincia di Cuneo, ha scritto: “Sin dall’inizio sono stata l’unica, all’interno del partito di Salvini (quella che un tempo era la Lega) a sostenere convintamente nel centrodestra (insieme a qualche collega di Forza Italia) la necessità di un accordo ambizioso sul #RecoveryFund. È stato fatto un grande lavoro diplomatico da parte dell’Italia”.

Quindi ha concluso:Cosa diranno ora Matteo e la Giorgia nazionale? Che spieghino agli italiani da dove avrebbero preso i soldi, loro”.

Gancia Recovery Fund

La reazione di Meloni e Salvini

“Conte si è battuto, ma poteva andare meglio”, è il commento di Giorgia Meloni. “Abbiamo votato a Bruxelles per il debito comune, che ha reso possibile il Recovery Fund. Abbiamo tifato per l’Italia in ogni momento. Con la coscienza a posto ora, a negoziato concluso, voglio dire che Conte è uscito in piedi, ma poteva e doveva andare meglio. È stato sbagliato dare per acquisiti i 500 miliardi di sussidi proposti da Merkel e Macron e poi aprire a un taglio in cambio di zero condizionalità. È tornato a casa con meno sussidi e più condizionalità. Gli riconosciamo di essersi battuto per contrastare le pretese egoistiche dei Paesi nordici ma il risultato finale purtroppo non è quello che speravamo”, è il parere della Meloni.

Più critico l’alleato Matteo Salvini. L’accordo è per lui: “Una grossa fregatura”. “Stiamo parlando di soldi prestati che arriveranno se va bene fra un anno, solo e soltanto se l’Italia farà le riforme in pensioni, lavoro, giustizia, sanità e istruzione richieste dall’Ue. Tradotto: ti presto dei soldi se torni alla legge Fornero e se metti una patrimoniale. Noi vigileremo perché così non sia. Va restituito coi versamenti annui che l’Italia versa all’Ue. Non c’è nessun regalo per nessuno, è un prestito. È una resa mani e piedi senza condizioni”. Così ha dichiarato il leader della Lega.

Salvini ha aggiunto: “Una parte di questo stanziamento verrà deciso nel 2023. Il problema di oggi è che stiamo chiedendo a 4 milioni di partite Iva di versare 8 miliardi di tasse. Abbiamo letto Renzi, Monti, Conte, tutti gli eurofelici di quello che accadrà nei prossimi anni ma tornando sul pianeta Terra ci sono i semplici e umili italiani che hanno problemi adesso. Se i risultati sono un prestito da restituire integralmente e da usare solo a patto di ulteriori tagli e sacrifici, non mi sembra esattamente una svolta epocale”.