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Coronavirus, Speranza: "Tre regole per evitare la seconda ondata"

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Il coronavirus potrebbe tornare a fare paura in autunno con una seconda ondata: per evitarlo, il ministro Speranza ricorda tre regole fondamentali.

La battaglia non è ancora vinta e se vogliamo provare a contenere una seconda ondata dobbiamo essere “veloci e determinati nell’isolare i casi, individuare i focolai e contenerli immediatamente”. A dirlo è il ministro della Salute ai microfoni di 24 Mattino su Radio24. Il coronavirus potrebbe tornare e fare paura in autunno, nonostante l’ottimismo di alcuni esperti secondo cui ci siamo ormai lasciati il peggio alle spalle: secondo Roberto Speranza, potremo evitare un nuovo lockdown solo seguendo tre regole fondamentali: utilizzare correttamente le mascherine, rispettare il distanziamento sociale, evitando gli assembramenti, e lavare frequentemente le mani.

Le tre regole di Speranza

Raccomandazioni che gli italiani hanno ascoltato per mesi e che sono “ancora essenziali. Devono accompagnarci per le prossime settimane, fino a quando non avremo sconfitto definitivamente il virus. Capisco che anche in queste regole c’è un po’ di sacrificio, ma dobbiamo continuare a rispettarle perché ne va della nostra capacità di ripartire. Come ministro della Salute sono preoccupato ogni volta che ci sono queste tre regole non rispettate”.

Nei mesi più difficili “gli italiani sono stati davvero straordinari” continua il ministro. “Noi non siamo ancora in un porto sicuro ma siamo usciti dalla tempesta, dalla fase più difficile. E questo è avvenuto soprattutto grazie al comportamento corretto della stragrande maggioranza delle persone. Questo va riconosciuto”.

Mancata proroga dello stato di emegrenza

Nel corso dell’intervento a Radio24, il ministro della Salute ha commentato anche la mancata ufficializzazione dello stato di emergenza durante il Cdm con cui l’esecutivo ha deciso lo scostamento di bilancio. “Non siamo fuori da questa vicenda”, ha precisato, ma la decisione definitiva sulla proroga verrà presa “solo dopo un ulteriore confronto con il Parlamento, perché il Parlamento per noi è evidentemente la fonte della forza del Governo attraverso il rapporto di fiducia, ed è giusto che ci sia un ulteriore confronto e poi si assuma una decisione finale”.