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Meloni: "Sul recovery fund abbiamo posto delle condizioni"

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Le condizioni della Meloni per la manovra: "No al voto a scatola chiusa sul recovery fund".

La leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, è tornata a parlare del recovery fund dopo che nei giorni più caldi della trattativa aveva sorprendentemente mostrato solidarietà nei confronti del presidente Conte impegnato nell’accordo di Bruxelles. Ora la Meloni ribadisce in un’intervista al Corriere che la sua posizione non sia cambiata, ma che continui a ritenere necessario agire, sottolineando come Fratelli d’Italia non voterà mai a scatola chiusa e per questo ha indicato una serie di condizioni per l’utilizzo dei nuovi fondi. “L’accordo trovato a Bruxelles non mi piace, comporta rischi enormi: sui tempi, sull’entità dei finanziamenti, sulla condizionalità. Non voteremo nulla a scatola chiusa. Poniamo condizioni”.

Le condizioni della Meloni sul recovery fund

Per la Meloni “sono quattro i temi sui quali bisogna concentrarsi, con provvedimenti che noi mettiamo sul tavolo. Vedremo se saranno accolti”. “Il tema cruciale – ha aggiunto l’ex ministro della gioventù del governo Berlusconi – è il sostegno all’occupazione. Quando finirà la cassa integrazione, che anche noi finora abbiamo sostenuto, rischiamo un’ecatombe occupazionale. Per questo la nostra proposta è concedere una premialità agli imprenditori che, pur potendo usufruire della Cig, non lo fanno: lo Stato riconosca il sacrificio, riconoscendo una riduzione del carico fiscale e contributivo pari all’80% di quanto sarebbe costata alle casse pubbliche la Cig di quella azienda. Inoltre, si potrebbero ridurre del 50% i contributi a carico del datore di lavoro che abbia subito una perdita del fatturato di almeno il 25% nel primo semestre del 2020″.

“Bisogna intervenire in ambito fiscale – aggiunge la leader di Fratelli d’Italia – non si possono pagare tasse su soldi non incassati. Chiediamo di rinviare le scadenze e ricalcolare i tributi sulla base dei fatturati del 2019 e del 2020 unificati. Si paga a giugno del 2021 sugli utili del biennio. Come fossero un unico anno fiscale. E se il criterio che deve ispirare tutto è concedere la massima libertà di impresa, il terzo punto è il sostegno diretto al tessuto produttivo: servono contributi a fondo perduto. Un’idea è che chi ha avuto almeno il 25% di calo del fatturato possa trattenere il 50% dell’Iva emessa fino a un massimo di 100mila euro. E’un meccanismo virtuoso che incentiva la produzione di ricchezza ed è anche un mondo per favorire l’emersione”. C’è poi il tema della povertà e dell’aiuto alle persone in difficoltà. “Non possiamo continuare a dare il reddito di cittadinanza di 780 euro, spesso a falsi bisognosi, quando le pensioni di invalidità sono ferme a 280 euro, una cifra così ridicola da essere incostituzionale, come ha detto la Consulta. FdI ha ottenuto un fondo per aumentarle: ora mettano le risorse necessarie in quel fondo”, questo il pensiero della Meloni.