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Sala: "Milano ricorderà le cicatrici che sfidarono il Duce"

Sala su Instagram: "Milano ricorderà le cicatrici che sfidarono il Duce"

Beppe Sala ha dichiarato che una via di Milano potrebbe essere dedicata alla prima squadra di calcio femminile stroncata dal fascismo.

Il sindaco di Milano Beppe Sala ha annunciato con un post sul suo profilo Instagram che il capoluogo lombardo potrebbe dedicare una via alla prima squadra di calcio femminile stroncata sul nascere dal fascismo: “Milano ricorderà le cicatrici che sfidarono il Duce“, ha scritto Sala.

Il fascismo stronca il Gfc

Era stato il magazine Sette a lanciare un appello per intitolare una via di Milano alle giocatrici del Gfc, il Gruppo femminile calcio, ovvero Rosetta, Marta, Losanna e le altre che l’11 giugno 1933 riuscirono a organizzare la prima partita femminile d’Italia in un periodo in cui i giornali scrivevano che l’Italia “aveva bisogno di buone madri non di virago calciatrici” e si chiedevano se le pallonate non minassero la fecondità. Quel giorno, ai bordi del campo rionale Fabio Filzi, c’erano oltre mille persone. Tutti erano curiosi, ma, soprattutto molti scettici, in quanto non stava bene che si giocasse in uno svolazzare di gonne. Successivamente, il nuovo presidente del Coni Achille Starace, vietò ogni prosieguo.

Sala: “Ricorderemo le cicatrici lasciate dal fascismo”

Il sindaco Beppe Sala su Instagram, mostrando il libro della giornalista del Corriere della sera Federica Seneghini Giovinette – Le calciatrici che sfidarono il Duce“, edito da Solferino, ha scritto: “La storia di una squadra che rese unica Milano. E che troveremo il modo di ricordare”.

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La storia di una squadra che rese unica Milano. E che troveremo il modo di ricordare. #antifa

Un post condiviso da Beppe Sala (@beppesala) in data: 23 Lug 2020 alle ore 4:17 PDT

È stata la consigliera di Milano Progressista Anita Pirovano a donare il romanzo a Sala: “Chiederò in Consiglio l’intitolazione di una strada, o meglio ancora di un parco a CityLife. Le critiche a quelle ragazze sono le stesse che sentivo ai Mondiali 2019». Era ieri e “le donne possono forse arbitrare” era il commento sessista più gentile.