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Salvini evita il processo Open Arms grazie a Italia Viva?

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Matteo Salvini rischia il processo per il caso Open Arms, ma a salvarlo potrebbe essere Italia Viva di Renzi.

Giovedì 30 luglio l’Aula del Senato sarà chiamata a votare sulla proposta della Giunta delle Autorizzazioni di Palazzo Madama di non concedere l’autorizzazione al processo a Matteo Salvini sulla vicenda ‘Open Arms’. In Giunta, lo scorso maggio, la maggioranza si era spaccata per la decisione di tre senatori di Italia Viva di non partecipare al voto e per la scelta dell’allora pentastellata Alessandra Riccardi (ora passata alla Lega) di votare contro il proprio partito. Secondo quanto ricostruito da La Repubblica, potrebbe essere proprio il partito di Matteo Renzi a salvare Salvini dal processo per il caso Open Arms.

Il segretario del Carroccio, infatti, rischia di finire davanti a un giudice per sequestro di persona e rifiuto di atto di ufficio e per avere impedito per 19 giorni – nell’agosto 2019 – lo sbarco nel porto di Lampedusa di 164 migranti soccorsi nel Mediterraneo, tra cui molti minori.

Salvini evita il processo Open Arms?

Per evitare il processo sul caso Open Arms, Salvini ha bisogno della maggioranza assoluta, ovvero 160 voti (non 161, dal momento che vi sono due seggi uninominali vacanti a seguito di decessi). Un obiettivo che al momento sembra utopico per il Carroccio: sono pronti a sostenerlo Lega (63 senatori), Forza Italia (56) e Fratelli d’Italia (17), per un totale di 136 voti.

Tutte le altre forze – M5S (95), Pd (35), Leu (5) – voteranno a favore del processo. Ed è per questo che l’ago della bilancia è rappresentato da Matteo Renzi: Italia Viva conta 18 senatori che potrebbero decidere di esprimersi contro il procedimento.

Il ruolo di Italia Viva

Se i renziani dovessero decidere di appoggiare Salvini, al leader della Lega mancherebbero 6 voti che potrebbe trovare, senza grossi problemi, tra i 33 senatori del Gruppo Misto. Anche perché l’altoatesino Meinhard Durnwalder in Giunta ha già votato contro l’autorizzazione, così come l’ex grillino Mario Giarrusso.