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Nuovo ponte di Genova, per Toninelli lo Stato ha rialzato la testa

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In un video pubblicato sui social Danilo Toninelli ha commentato l'inaugurazione del nuovo ponte di Genova, parlando di Stato che rialza la testa.

Non ha usato mezze misure l’ex ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli nel commentare l’inaugurazione del nuovo ponte di Genova tenutasi nel tardo pomeriggio del 3 agosto. In un video pubblicato sui propri canali social, l’esponente del M5s ha infatti parlato di come con la ricostruzione del viadotto sul Polcevera lo Stato abbia finalmente rialzato la testa contro i vecchi concessionari che a suo dire hanno fatto sì che avvenisse la tragedia del Ponte Morandi.

Ponte di Genova, parla Toninelli

All’interno del video,dove lo si vede percorrere a piedi la galleria che precede l’inizio del ponte, Toninelli si scaglia contro Autostrade Per l’Italia, ex concessionario del Ponte Morandi e attuale concessionario del nuovo ponte San Giorgio: “Lo Stato ha rialzato la testa con il nuovo ponte di Genova. Se in poco più di un anno siamo riusciti a costruirlo, con tutti i contenziosi che gli avvocati del concessionario ci hanno fatto, vuol dire che lo Stato ha rialzato la testa. Questo nuovo ponte non è stato pagato dai genovesi o dai cittadini italiani, è stato pagato dal privato che lo doveva manutenere e che invece lo ha abbandonato perché era solo un ponte su cui lucrare”.

L’ex ministro delle Infrastrutture punta poi il dito contro il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, accusato di aver voluto una cerimonia fuori luogo per quello che dovrebbe essere un momento di commozione in ricordo delle vittime: “Oggi spero ci sia tanto silenzio, nel rispetto delle 43 vittime. Ho saputo che i vari Toti e altri fenomeni avrebbero fatto una manifestazione in pompa magna, qui non c’è nessuno spettacolo da fare, ci sono da onorare 43 vittime, nessun festeggiamento, un ponte ricostruito non sanerà mai questa sofferenza per Genova. Ho deciso di esserci per i genovesi e le famiglie delle vittime, a testa alta perché non è vero che in politica sono tutti uguali”.