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Zaia: "Accogliamo chi scappa dalla guerra, non chi arriva coi barboncini"

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Zaia ribadisce la sua linea sull'accoglienza dei migranti: doverosa per chi fugge dalla guerra ma non per chi giunge con i barboncini.

A margine della seduta straordinaria della Conferenza delle Regioni convocata martedì 4 agosto 2020, Luca Zaia si è espresso sulla questione migranti che negli ultimi giorni ha anche coinvolto personalmente la sua regione: in un centro di accoglienza è infatti esploso un focolai di coronavirus che ha fatto registrare quasi 140 casi positivi. Una situazione che non si sarebbe verificata se “questi ragazzi in perfetta forma fisica fossero stati più attenti“.

Zaia sui migranti

Il governatore del Veneto ha ribadito i rischi sanitari di un’immigrazione incontrollata e pertanto invitato alla prudenza e a non abbassare la guardia dato che “abbiamo rapporti con persone che vengono spesso da sistemi sanitari non efficienti come i nostri“. Non ha mancato di sottolineare come l’Italia abbia l’obbligo di dare ospitalità a chi fugge da morte, fame e guerra (circostanza che “non si verifica in nove casi su dieci“) ma “non a chi arriva con i barboncini“, Il riferimento è ad uno dei numerosi sbarchi registratisi a Lampedusa in cui un migrante è sceso dall’imbarcazione con un cane a suo seguito.

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Luca Zaia ha inoltre affermato che l’obbligo primario è quello di difendere la salute dei cittadini. E che avere focolai sparsi per lo stivale e sapere che ci sono migranti che arrivano da zone in cui il tampone è solo un’opinione potrebbe creare una bomba di contagio. Per questo motivo ha esortato l’Oms a stabilir quali sono i paesi sicuri a livello sanitario e quali no perché “oggi subiamo tutto ciò che arriva da fuori“.