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Blocco licenziamenti: il governo vuole proroga solo fino a ottobre

Blocco dei licenziamenti: il governo vuole la proroga solo fino al 15 attobre

La bozza del decreto di agosto mette in evidenza la proroga del blocco licenziamenti fino al 15 ottobre.

Nella bozza del decreto di agosto che il governo si prepara ad approvare, la proroga del blocco dei licenziamenti sarebbe prevista soltanto fino al 15 ottobre, dopodiché sarebbe valida fino a fine anno solo per coloro che utilizzano gli ammortizzatori sociali. I sindacati: “Se è così scioperiamo”.

Blocco licenziamenti: proroga fino a ottobre

Il governo si accinge ad approvare il decreto di agosto, nella cui bozza si legge che la proroga del blocco dei licenziamenti arriverebbe fino al 15 ottobre, dopodiché rimarrebbe in vigore soltanto per chi usa gli ammortizzatori sociali. Il divieto di licenziamento non si applicherebbe poi nei casi di cessazione di attività, fallimento o in presenza di accordi sindacali per incentivare gli esodi volontari.

La bozza del decreto

La norma sul blocco dei licenziamenti era già stata inserita nel decreto Cura Italia prima e nel decreto Rilancio poi. La scadenza è adesso prevista per il 17 agosto. La proroga dovrebbe andare di pari passo con quella della cassa integrazione. La bozza del decreto stabilisce che: “Fino al termine del periodo entro il quale è comunque possibile fruire dei trattamenti di integrazione salariale riconducibili all’emergenza epidemiologica da COVID-19, resta precluso l’avvio delle procedure di cui agli articoli 4, 5 e 24 della legge 23 luglio 1991, n. 223 e nel medesimo periodo restano altresì sospese le procedure pendenti avviate successivamente alla data del 23 febbraio 2020, fatte salve le ipotesi in cui il personale interessato dal recesso, già impiegato nell’appalto, sia riassunto a seguito di subentro di nuovo appaltatore in forza di legge, di contratto collettivo nazionale di lavoro, o di clausola del contratto di appalto. Sino alla scadenza del suddetto termine resta preclusa al datore di lavoro, indipendentemente dal numero dei dipendenti, la facoltà di recedere dal contratto per giustificato motivo oggettivo ai sensi dell’articolo 3 della legge 15 luglio 1996 n. 604 e restano altresì sospese le procedure in corso di cui all’articolo 7 della legge 15 luglio 1996 n. 604. Le preclusioni e le sospensioni di cui al comma 2 non si applicano, a partire dal (15 ottobre 2020), ai datori di lavoro che non hanno in corso sospensioni o riduzioni dell’orario di lavoro connesso all’utilizzo di ammortizzatori sociali per far fronte all’emergenza da Covid 19″.

L’iniziativa dei sindacati

I sindacati avevano chiesto alla ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, di prolungare il blocco fino a fine 2020.”Se il governo non prorogasse il blocco dei licenziamenti sino alla fine del 2020, si assumerebbe tutta la responsabilità del rischio di uno scontro sociale“, hanno dichiarato le parti sociali. Cgil, Cisl e Uil hanno in programma un’iniziativa per il 18 settembre: “Che questa possa essere trasformata in uno sciopero generale dipenderà solo dalle scelte del governo e di Confindustria. Chi pensa di anticipare quella data alla fine dello stato di emergenza dimostra di non avere cognizione delle elementari dinamiche del mercato del lavoro e di non preoccuparsi delle condizioni di centinaia di migliaia di lavoratrici e di lavoratori”.