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Caos nella maggioranza, Conte congela le dimissioni di Spadafora

Conte congela dimissioni di Spadafora

Il fuoco amico del M5s che vorrebbe far cadere il governo. Conte si difende e congela le dimissioni di Spadafora.

La maggioranza scricchiola e questa volta non per scontri tra le due principali forze che la compongono, ma per il fuoco amico all’interno del Movimento 5 Stelle. Come riferito da Il Giornale, “cinque deputati grillini avrebbe spinto il ministro dello Sport Vincenzo Spadaforaa presentare le sue dimissioni, mettendo a rischio la tenuta del governo giallorosso”. Alla base ci sarebbe la riforma dello sport, ritenuta dai parlamentari del M5s troppo filo Malagò, il presidente del Coni da sempre avversario storico dell’ala ortodossa di Alessandro Di Battista. Ecco dunque che il ministro Vincenzo Spadafora ha inviato una lettera al premier Giuseppe Conte con la quale rimette le deleghe dello Sport, dopo il no dei vertici parlamentari M5S. Fonte di Palazzo Chigi informano poi che nella tarda serata di ieri, 4 Agosto, Spadafora abbia avuto un colloquio con Conte, che ha congelato la dimissioni del minsitro.

Conte congela dimissioni di Spadafora

“Apprendiamo di una ipotetica frattura tra il ministro Vincenzo Spadafora e noi parlamentari del Movimento 5 Stelle referenti dell’area tematica sport quando, in realtà, si tratta di una normale dialettica tra le parti per migliorare il testo della riforma”, provano a metterci una pezza in una nota congiunta i deputati Felice Mariani, Nicola Provenza, Manuel Tuzi, Simone Valente e il senatore Emanuele Dessì, che avevano criticato la mossa del ministro. In un altro comunicato, diffuso dai componenti della commissioni Cultura, Istruzione e Sport del Senato, lo si invita a conservare l’impianto del provvedimento adottato durante il governo gialloverde: no al terzo mandato di Malagò e il potere alla struttura Sport e Salute, che ora Pd e Italia viva intendono invece ridimensionare.

In realtà il caso Spadafora è solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso, un vaso già troppe volte rincollato – controvoglia – all’interno del Movimento 5 Stelle. L’alleanza con il Pd non piace a molti, alcuni rimpiangono i tempi al governo con la Lega, mentre altri rivendicano addirittura la volontà di non legarsi ad altre forze politiche. Altro motivo di discussione sono state le nomine dei presidenti di Commissione che, per molti parlamentari del M5s, sarebbero state malgestite. C’è poi la solita questione dei rimborsi, con molti esponenti grillini che, seppur più volte richiamati all’ordine, latitano nel fornire le loro rendicontazioni. L’ultimatum in tal senso è quello del 24 Agosto.