> > Taglio parlamentari, 4 anni fa Renzi d'accordo. Adesso vota 'No'

Taglio parlamentari, 4 anni fa Renzi d'accordo. Adesso vota 'No'

Matteo Renzi durante l'assemblea dei soci Coldiretti in cui difese il taglio dei parlamentari

Renzi nel 2016 tuonava dal palco di Coldiretti per il taglio dei parlamentari. Ora voterà 'No' al referendum del 20-21 settembre.

Verba volant, dicevano gli antichi, e non c’è detto più veritiero e attuale di questo. Prendiamo, ad esempio, il referendum parlamentari 20 e 21 settembre prossimi e la posizione di Italia Viva e del suo leader indiscusso, Matteo Renzi, che hanno deciso di votare ‘No’ al taglio dei parlamentari. Come riporta Il Fatto Quotidiano di ieri, 24 agosto, l’ex presidente del Consiglio italiano quattro anni fa non era dello stesso avviso, ed un video immortala il momento in cui Renzi si abbatte come una scure su quella che per lui era un’anomalia tutta italiana. Siamo a Milano, è il 31 maggio 2016 e ad ascoltare l’allora primo ministro Matteo Renzi, in occasione della Giornata nazionale del latte, si staglia tutta l’assemblea di Coldiretti. Sentite cosa dice Renzi in questo video ripreso dall’account Facebook del noto giornalista Andrea Scanzi:

La riduzione del numero dei politici è la priorità per essere credibili”. Una frase che è più di una frase, è un manifesto politico circa il numero dei politici e l’efficacia della rappresentatività in un sistema democratico parlamentare. “Abbiamo 945 parlamentari, è ridicolo. È il numero più costoso e più grande del mondo. Non ce lo meritiamo“. Parole che adesso riecheggiano e zampillano da un social all’altro. Cosa spingerebbe Matteo Renzi a dire no alla riduzione dei parlamentari? E’ opinione di alcuni che c’entri qualcosa la distribuzione delle poltrone di Italia Viva tra Camera dei Deputati e Senato, la cui presenza che si vedrebbe ulteriormente falcidiata nel caso passasse il sì alla riduzione.

Taglio parlamentari: inversione a U

Quelle parole così accorate riguardo il numero di parlamentari che dovrebbero sedere nei banchi di Montecitorio e Palazzo Madama facevano parte di un disegno il cui obbiettivo era rincarare la dose circa il Referendum di riforma costituzionale che avrebbe dovuto celebrarsi di lì a pochi mesi,il 4 dicembre 2016. Un referendum che sancì la fine dell’ascesa politica del Renzi premier, un momento democratico decisivo in cui la riduzione del numero dei parlamentari italiani era un punto di forza dell’impianto propagandistico piddino. Le battute e le accuse di incoerenza intanto non mancano da una parte all’altra dell’arco politico nostrano: oggi 25 agosto Matteo Salvini ha ammesso di votare sì al referendum ““a differenza del Pd e di Renzi che hanno sempre votato contro ma adesso per salvare le poltrone al governo e ai Cinque Stelle votano a favore”, ha dichiarato il leader del Carroccio.