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Referendum taglio dei parlamentari: perché votare no

Referendum taglio parlamentari perché votare no

Poco risparmio, minor rappresentanza e complicanza dei lavori: perché votare no al referendum sul taglio dei parlamentari.

Il 20 e il 21 settembre oltre 50 milioni di italiani saranno chiamati ad esprimere il proprio parere sulla riforma che prevede il taglio di 345 parlamentari già approvata da Camera e Senato a ottobre 2019: perché votare no al referendum e quindi far sì che il numero dei seggi in Parlamento rimanga invariato?

Referendum taglio parlamentari: perché no

Tra le ragioni sostenute da chi voterà no, bocciando quindi la riduzione dei rappresentanti politici per mantenere lo status quo, c’è quella secondo cui il risparmio che ne deriverebbe non sarebbe così sostanzioso. Non si risparmierebbero infatti 100 milioni di euro all’anno come millantato dai fautori della modifica costituzionale bensì 82 (53 alla Camera e 29 al Senato), che di fatto diventerebbero 57 considerando lo stipendio netto di deputati e senatori e non quello lordo. Si tratterebbe quindi di meno di un euro all’anno per ogni italiano. Lo stesso Carlo Cottarelli ha pubblicato uno studio secondo cui il risparmio sarebbe pari allo 0,007% della spesa pubblica.

Inoltre gli schierati per il fronte del no ritengono la riforma un mero slogan elettorale ispirato da una logica punitiva nei confronti dei parlamentari che ridurrebbe in maniera sproporzionata la rappresentanza di interi territori e il rapporto tra eletti ed elettori. Verrebbe inoltre tagliato anche il numero dei rappresentanti designati dai cittadini residenti all’estero che passerebbero da 18 a 12.

Un’altra problematica riguarda le complicazioni che deriverebbero dall’approvazione della riforma. Il lavoro delle commissioni verrebbe infatti reso difficoltoso, i regolamenti parlamentari dovrebbero probabilmente essere riscritti e si dovrà modificare la modalità di elezione del Capo dello Stato riequilibrando il rapporto numerico tra parlamentari e delegati regionali.


Chi è propenso a votare no al quesito che si troverà davanti nell’urna fa infine leva sul fatto che, se la volontà è quella di ridurre la cosiddetta casta dei privilegiati, sarebbe più serio ridurre i privilegi e non il numero di chi ne beneficia con il rischio di avvicinarsi ad una oligarchia.