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Referendum taglio dei parlamentari: perché votare sì

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Risparmio di costi, maggiori responsabilità e compattezza dei gruppi: perché votare sì al referendum sul taglio dei parlamentari.

Il testo approvato da Camera e Senato a ottobre 2019 prevede il taglio di 345 parlamentari: su questa proposta i cittadini sono invitati a esprimersi in un referendum confermativo, quindi senza quorum, il 20 e il 21 settembre. Ma quali sono, secondo i sostenitori della riforma, le ragioni per votare sì?

Referendum taglio parlamentari: perché sì

I sostenitori del sì sono Movimento 5 Stelle, Lega, Fratelli d’Italia, Alternativa Popolare, Union Valdotaine e il Sudtiroler Volkspartei. Partito Democratico, Forza Italia, Italia Viva e Cambiamo hanno invece lasciato margine di manovra ai propri deputati e senatori. Vale la pena ricordare che il testo è stato approvato con 553 sì da una maggioranza bulgara, che in gran parte ora ha cambiato idea sulla questione.

Una delle principali ragioni della modifica degli articoli 56, 57 e 59 è puramente economica. Infatti, chi è a favore del taglio dichiara che lo Stato risparmierebbe 100 milioni l’anno, ovvero 500 milioni a legislatura, tagliando i costi di una politica spesso accusata di essere una fonte di spreco di denaro pubblico.

A differenza dei sostenitori del no, chi ha deciso di votare sì ritiene che non vi sia una lesione della rappresentatività. Con 400 deputati e 200 senatori, la relazione è di 1 parlamentare ogni 100.000 elettori, a fronte di una media di 1 ogni 190.000 delle democrazie con più di 30 milioni di abitanti. Attualmente, la Camera dei deputati è composto da 630 eletti, mentre il Senato da 315 con l’aggiunta dei senatori a vita.

La riduzione del numero dei parlamentari, secondo alcuni, aumenterebbe la responsabilità e la riconoscibilità degli eletti. Tutto ciò aumenterebbe la compattezza dei gruppi parlamentari, rendendo più snello il procedimento legislativo. A supporto di questa tesi vengono spesso presentati i dati secondo cui circa il 30% dei parlamentari diserterebbe una votazione su tre e due terzi degli eletti non ricoprirebbero alcuna carica nella legislatura.

I sostenitori del sì chiariscono inoltre che per migliorare l’iter parlamentare sono necessarie ulteriori modifiche, anche per ridurre l’abuso di decreti legge. Tuttavia, per quanto insufficiente a riformare il sistema legislativo italiano, il taglio dei parlamentari rappresentebbe comunque un punto di partenza.