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Referendum taglio dei parlamentari, voto all'estero: come funziona

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Il prossimo 20 e 21 settembre si terrà il referendum sul taglio dei parlamentari: come funziona il voto all'estero?

Il Referendum confermativo sul taglio dei parlamentari si terrà nelle giornate di domenica 20 e lunedì 21 settembre 2020 in concomitanza con le elezioni regionali e comunali. Le urne saranno aperte domenica 20 settembre dalle 7 alle 23 e lunedì 21 settembre dalle 7 alle 15. Potranno accedere alle urne, con diritto di voto, i cittadini italiani iscritti nelle liste elettorali che avranno compiuto 18 anni entro il 20 settembre 2020. E potranno prendere parte al referendum confermativo anche gli italiani residenti all’estero. A fare chiarezza, in merito, è una nota di Palazzo Chigi dello scorso 23 luglio 2020.

Referendum taglio parlamentari: voto all’estero

I cittadini italiani residenti all’estero, iscritti nelle specifiche liste elettorali, possono votare per corrispondenza. Con questo obiettivo è stata istituita, per l’appunto, la circoscrizione Estero, prevista dall’articolo 48 della Costituzione, per l’elezione delle Camere. Il voto per corrispondenza degli italiani all’estero è previsto anche per i referendum abrogativi e confermativi, disciplinati rispettivamente dagli articoli 75 e 138 della Costituzione.

La Circoscrizione estero è suddivisa in quattro ripartizioni: Europa, compresi i territori asiatici della federazione russa e della Turchia; America meridionale; America settentrionale e centrale; Africa, Asia, Oceania e Antartide.

Quella del voto per corrispondenza è la modalità ordinaria di voto. In alternativa il cittadino italiano residente all’estero può optare, entro il termine fissato dalla legge, per votare in Italia, presso le sezioni elettorali del comune nelle cui liste elettorali è iscritto, per i candidati che si presentano nelle circoscrizioni e regioni del territorio nazionale.

Chi può votare

Da cinque anni è possibile votare via posta dall’estero anche per tutti i cittadini italiani che si trovano al di fuori dei confini nazionali se per un periodo superiore ai tre mesi e per motivi che possono essere sanitari, di studio o di lavoro: in questo caso è necessario contattare il proprio Comune di residenza e presentare un’apposita richiesta. Il diritto si estende anche ai familiari conviventi, sempre che si trovino anch’essi all’estero.

Inoltre, nel caso particolare di cittadini italiani iscritti all’AIRE, ma che nel periodo delle votazioni si trovano in un altro Paese, diverso da quello di residenza o comunque al di fuori dall’area di competenza del consolato, dovranno fare richiesta di voto per corrispondenza al proprio consolato di residenza.

Chi non può votare

Non possono votare per corrispondenza gli elettori italiani residenti in Stati con i quali il Governo italiano non ha potuto concludere accordi per garantire che il diritto di voto si svolga in condizioni di eguaglianza, di libertà e di segretezza, oppure in Stati la cui situazione politica o sociale non garantisce, anche temporaneamente, l’esercizio del diritto di voto secondo tali condizioni.

Dove si verifichino queste situazioni vengono adottate le misure organizzative per dare la possibilità ai cittadini italiani residenti in tali Stati di votare in Italia. A tali elettori viene inviata, da parte dei comuni nelle cui liste sono iscritti, una cartolina con l’avviso relativo alla data e agli orari per l’esercizio del voto in Italia.

Referendum: come funziona il voto all’estero

La modalità di voto per gli elettori italiani residenti all’estero iscritti all’Aire è quella per corrispondenza, secondo quanto prevedono la legge n.459/2001 e il relativo regolamento di attuazione (dPR n.104/2003). La stessa normativa – come ricorda la direzione centrale per i Servizi elettorali – fa salva la possibilità di votare in Italia esercitando anticipatamente l’opzione, che è valida limitatamente alla singola consultazione.

Nel caso specifico, il diritto di optare per il voto in Italia deve essere stato esercitato entro il 28 luglio 2020 (decimo giorno successivo all’indizione del referendum, intesa come data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del dPR di indizione).

L’opzione deve essere pervenuta all’ufficio consolare della circoscrizione di residenza dell’elettore, e può essere revocata con le stesse modalità ed entro lo stesso termine previsto per il suo esercizio. Il modulo di opzione è reperibile presso i consolati oppure on line sul sito web dell’ufficio consolare competente e del ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale.

Coronavirus e voto all’estero

C’è un problema sanitario, però, per quanto concerne il Referendum sul taglio dei parlamentari. Nella circoscrizione estero la partecipazione al referendum si svolge esclusivamente per corrispondenza, questo significa che il materiale elettorale passa nelle mani di diverse persone, anche in quelle che lavorano negli uffici consolari attualmente chiusi per contagio da Coronavirus.

Per questo motivo il segretario generale del Cgie Michele Schiavone lancia l’allarme: “Sarebbe auspicabile una profonda e seria riflessione da parte del Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, sulla legittimazione del voto che esprimerà la Comunità degli italiani all’estero. La messa in sicurezza del voto degli italiani all’estero era uno dei punti del programma del primo governo della 18esima legislatura”.