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Quanto si risparmierebbe con il taglio dei parlamentari?

Quanto si risparmierebbe con il taglio dei parlamentari

Le cifre e i dettagli sul referendum sul taglio dei parlamentari: quanto si risparmierebbe?

Domenica 20 e lunedì 21 settembre si è svolto il referndum sul taglio dei parlamentari, una scelta cui gli italiani sono chiamati per riformare, o meno, la composizione delle due camere del Parlamento. Qualora nella votazione dovesse essere preferito il “Sì”, la proposta di legge entrerà in vigore e saranno modificati gli articoli della Costituzione 56 e 57 che indicano il numero di deputati e senatori. Nello specifico i deputati diminuiranno da 630 a 400 e i senatori da 315 a 200, esclusi i senatori a vita. Il Parlamento passerà così da 945 a 600 membri, più i senatori a vita. Un numero di poltrone, come si è soliti dire nel linguaggio della polica, di molto inferiore, ma, tutto questo, quanto risparmio comporterebbe per le casse dello Stato?

Quanto si risparmierebbe con il taglio dei parlamentari?

I primi a fornire dati in termini di risparmio sui costi della politica sono stati gli esponenti del Moviemento 5 Stelle che, da sempre, hanno fatto di questo tema un loro cavallo di battaglia. Nello specifico l’ex capo politico pentastellato, Luigi Di Maio, aveva affermato che con il taglio dei parlamentari si sarebbero potuti risparmiare 100 milioni di euro l’anno, cioè 500 milioni a legislatura e dunque un miliardo di euro in dieci anni.

Numeri altissimi quelli di Di Maio, su cui non concorda però l’Osservatorio Conti Pubblici Italiani. Secondo quest’ultimo infatti, al lordo delle tasse, se si considerano circa 10.400 euro di indennità lorda mensile (5000€ al netto delle varie ritenute), e 8500-9000€ di rimborsi spese per l’esercizio del mandato (diaria, collaboratori, consulenze, convegni, ecc), ogni parlamentare grava per 230-240mila euro annui sul bilancio pubblico – per un totale di circa 222 milioni. Il risparmio lordo annuo che si otterrebbe ammonta quindi a 53 milioni (Camera) più 29 milioni (Senato), per un totale di 82 milioni lordi all’anno. Queste sono le cifre cui fanno riferimento anche i promotori della riforma.⁣⁠

Attenzione al netto

È necessario però considerare il guadagno netto, visto che sulle cifre lorde dei loro stipendi anche i parlamentari pagano le tasse. In tal caso le cifre cambiano in quanto il risparmio annuo passa passa a 37 milioni per la Camera e a 20 milioni per il Senato: 57 milioni all’anno e quindi quasi la metà di quanto comunicato dalle forze politiche nella loro attività propagandistica. Si tratta tuttavia di una cifra importante, lo 0,007% della spesa pubblica italiana, cui ogni elettore dovrà pensare nella cabina elettorale: investirla per mantenere una maggiore rappresentanza oppure risparmiarla per cominciare a ridurre i benifici della politica?