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Referendum, il Senatore Zanda: "La qualità dei parlamentari non dipende dal loro numero"

Referendum taglio parlamentari, intervista a Luigi Zanda

Nel 2008 Luigi Zanda fu tra i firmatari di un ddl che prevedeva il taglio dei parlamentari, ma voterà no al referendum del 20-21 settembre.

Luigi Zanda è membro della direzione del Partito democratico, è alla sua quinta legislatura da senatore e annuncia il suo voto contrario al referendum costituzionale sul taglio del numero dei parlamentari, in dissidenza con la linea ufficiale del suo partito e del segretario Nicola Zingaretti, schierati per il sì. Intervistato da Notizie.it, spiega le ragioni della sua scelta.

Referendum taglio dei parlamentari, intervista a Zanda

Lei nel 2008 fu tra i primi firmatari di un ddl costituzionale che prevedeva una riduzione identica del numero dei parlamentari (art. 56 e 57 della Carta, 400 deputati e 200 senatori). Ora che – dopo anni di commissioni, riforme annunciate e poi mancate – questa legge costituzionale è stata votata per ben quattro volte dalle due Camere e da quasi tutti i partiti, lei sostiene il no. Perché?

Un conto è firmare un disegno di legge nel 2008, un altro è votare a favore, 12 anni dopo, della riduzione secca del numero dei parlamentari, senza che nessuno dei bilanciamenti indispensabili sia stato approvato. Le dico anche, per precisione, che io ho votato no alla riduzione dei parlamentari in Senato, esclusa l’ultima votazione nella quale ho votato sì proprio perché c’era l’impegno ad approvare i contrappesi.

Lei lamenta giustamente l’assenza di contrappesi, la necessità di modificare i regolamenti parlamentari e l’assemblea che elegge il presidente della Repubblica. Tuttavia queste obiezioni hanno portato sempre al passo del gambero ogni tentativo di riforma. Non crede che stavolta possa essere propedeutico ad altre riforme necessarie a un più efficiente funzionamento del sistema?

Nella legislazione è sempre necessario seguire una regolare consecutio temporum. Sarebbe stato logico, prudente e corretto approvare prima i contrappesi e per ultima la riduzione del numero dei parlamentari. Inoltre io temo che, in questa legislatura, sia rimasto ben poco tempo per modificare i regolamenti parlamentari ed apportare alla Costituzione le correzioni necessarie, ragion per cui è molto probabile che, se dovesse vincere il sì, noi apriremo la prossima legislatura senza che nessuna delle norme indispensabili sia stata approvata. Tenga anche presente che il tempo a nostra disposizione sarà necessariamente accorciato dal semestre bianco e dall’elezione del Presidente della Repubblica.

Lei non crede che un numero di parlamentari ridotto potrebbe migliorare la qualità dei rappresentati?

Il Senato può essere composto da senatori di grande qualità, così come da senatori mediocri, sia se il loro numero rimarrà quello di 315, sia se diventeranno 200. La qualità dei deputati e dei senatori non dipende dal loro numero.

Perdoni l’ultima domanda maliziosa. Non è che si vota no per indebolire Conte e il suo governo? E magari anche Zingaretti?

Questa domanda non è maliziosa. Semplicemente non è diretta a me. Io andrò a votare al referendum pensando al quesito che ci è stato posto e alle conseguenze del sì e del no.