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Referendum sul taglio dei parlamentari, l'opinione dei cittadini milanesi

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A pochi giorni dall'apertura delle urne abbiamo chiesto ai cittadini milanesi la loro opinione in merito al referendum sul taglio dei parlamentari.

Sì o No al taglio dei parlamentari? Manca ormai pochissimo all’atteso referendum costituzionale che potrebbe rivelarsi cruciale per gli equilibri politici del nostro Paese, con la maggioranza di governo giallo-rossa che spinge per la vittoria del Sì anche al fine di rafforzare la propria legittimità agli occhi dell’opinione pubblica. Le divisioni all’interno dell’intero arco costituzionale sono tuttavia molte e rispecchiano quella che parrebbe una vera e propria spaccatura presente tra la popolazione italiana. Noi di Notizie.it abbiamo perciò deciso di chiedere direttamente ai cittadini milanesi cosa ne pensassero dei quesito referendario.

Referendum sul taglio dei parlamentari, l’opinione dei cittadini

Tra gli argomenti che vengono rilanciati dai cittadini milanesi a favore del No al referendum c’è ovviamente quello della minore rappresentanza politica con il taglio dei parlamentari: “È una riforma inutile, strumentalizzata dai partiti al potere adesso solo per fare finta di fare qualcosa in questo paese quando riduce solamente la rappresentanza in parlamento dei cittadini”. Ricordiamo infatti che in caso di vittoria del Sì i deputati passeranno da 630 a 400 e i senatori da 315 a 200.

Lo scarso giudizio nei confronti dell’attuale classe politica nazionale spinge tuttavia molte persone a votare Sì al taglio, nella speranza di un miglioramento che segua la perenne richiesta di cambiamento da parte dell’elettorato: “È un argomento che c’è da molti anni. Che qualcuno lo possa usare per i propri fini ci può stare, il rischio c’è. Però penso anche che ci siano state delle ragioni fondate se l’hanno proposto”.

Il sospetto dell’operazione di facciata

Presente tra la gente però anche la convinzione che il referendum sia soltanto una gattopardesca manovra di palazzo che permetta ai partiti al potere di cambiare tutto affinché non cambi nulla: È più per dare manforte a una classe politica che è inesistente e che si sta perdendo sempre di più, come i cinque stelle. Se cancelli metà dei parlamentari ma poi metti task force con cento tecnici che vengono pagati a cosa serve?” Perché non si è fatto un voto diverso: dimezziamo gli stipendi invece di togliere i parlamentari, era più concreto”.

In molti si chiedono inoltre perché votare nuovamente su questo tema quando nel dicembre 2016 il popolo italiano respinse la proposta di riforma costituzionale presentata dal governo Renzi, la quale prevedeva anch’essa una riduzione dei parlamentari: “Noi abbiamo già votato una volte per il taglio dei parlamentari, perché ora scaricano di nuovo questo tema sul cittadino?.

Al centro del dibattito sul referendum, anche la correlazione tra quantità e qualità dei parlamentari: “La riduzione non implica la qualità, credo che il problema non siano i parlamentari ma la qualità di questi, e poi credo che un minori numero di parlamentari corrisponda a un minor numero di rappresentanti del popolo”.