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Liliana Segre: "Voterò no al referendum sul taglio dei parlamentari"

Referendum

La Senatrice a vita Liliana Segre spiega il motivo del suo No al referendum sul taglio dei parlamentari.

Mancano poche ore al referendum per il taglio dei parlamentari che si terrà il 20 e il 21 settembre e si accende sempre di più lo scontro tra chi si schiera a favore del Sì e del No. Tra i personaggi del mondo della politica e della società civile che hanno palesato la propria intenzione a votare contro la riforma si aggiunge il nome illustre della superstite dell’Olocausto e attiva testimone della Shoah, nonchè senatrice a vita, Liliana Segre.

Liliana Segre sul referendum sul taglio dei parlamentari

In un’intevista concessa al quotidiano La Repubblica, la senatrice premette che, a suo avviso, la questione è stata drammatizzata eccessivamente e che ” ci sono buone ragioni per votare sia per il Sì che per il No. Io alla fine mi sono orientata per il No soprattutto in coerenza con il mio atteggiamento generale verso il Parlamento”.

Dopo essere stata nominata Senatrice a vita dal Presidente della Repubblica Mattarella nel 2018, spiega la Segre, “sono entrata in Parlamento come si entra in un tempio perchè il Parlamento è l’espressione più alta della democrazia”. Ed è proprio questa la chiave di lettura per il suo No al Referendum: “Sentir parlare di questa istituzione che fa parte della mia religione civile come se tutto si riducesse a costi e poltrone, è qualcosa che proprio non mi appartiene”.

La Senatrice si riferisce alle motivazioni del Sì elencate da chi si schiera a favore del taglio dei 345 parlamentari, tra le quali spicca al primo posto il risparmio in termini di denaro a favore dello Stato.

Cosa prevede il referendum

Ricordiamo che il referendum costituzionale per il taglio dei parlamentari del 20 e 21 settembre non prevede il quorum pertanto sarà valido a prescindere dal numero dei votanti chiamati a confermare o rigettare la riforma che modifica gli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione. La riforma prevede che i deputati passino da 630 a 400 mentre i senatori da 315 a 200.