> > Referendum, Richetti: "Vittoria del NO è pietra tombale del populismo"

Referendum, Richetti: "Vittoria del NO è pietra tombale del populismo"

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Secondo Richetti il taglio dei parlamentari peggiorerebbe minerebbe la rappresentatività e i lavori delle Camere: al referendum voterà NO.

Ai margini di un’evento l’esponente di Azione Matteo Richetti ha spiegato le ragioni del suo NO al referendum sul taglio dei parlamentari. Come già Carlo Cottarelli, ha evidenziato che una riforma costituzionale tale non può essere presentata mantenendo il bicameralismo.

Referendum sul taglio dei parlamentari: parla Richetti

Vogliono cancellare la battaglia parlamentare, la passione civile e l’impegno politico senza produrre benefici“, ha spiegato il senatore, spiegando di non essere contrario al taglio in sé ma al taglio così com’è proposto. Se infatti ci fossero 600 parlamentari tutti in una sola camera lui non avrebbe problemi a votare la riforma, ma lasciarne comunque due funzionanti causerà solo problemi al lavoro parlamentare.

Ci si troverebbe infatti ad avere, ha continuato, 215 senatori spalmati su 14 commissioni con soli 5-6 membri per una che potrebbero cambiare leggi e chiedere referendum costituzionali. “Il problema è che l’approccio di solo taglio genera un Parlamento che lavora ancora peggio e che rappresenta ancora meno“, ha ribadito. Matteo Richetti non crede poi ai correttivi che la maggioranza avrebbe promesso se dovesse vincere il SI: “All’orizzonte si vede Di Maio che vuole tagliare stipendi e Zingaretti che vaneggia“.

E poi, citando le parole Don Ciotti, ha ritenuto che andassero fatti prima di procedere alla riduzione dei rappresentanti politici: “Le case non si iniziano a costruire dai tetti ma dalle fondamenta“. Infine una stoccata ai fautori del taglio: “La vittoria del NO è la pietra tombale del populismo e della demagogia e dell’idea che la politica sia il problema“.