> > Coronavirus, Speranza: "Vaccino tra sei mesi, ora periodo non facile"

Coronavirus, Speranza: "Vaccino tra sei mesi, ora periodo non facile"

speranza

Speranza ha annunciato che ci vorranno ancora sei mesi prima del vaccino anti coronavirus e spiegato a chi andranno le prime dosi.

Intervenuto all’evento “Frontiere-Festival di Salute” organizzato dal gruppo editoriale Gedi-Repubblica, Roberto Speranza ha affermato che il vaccino anti coronavirus arriverà tra almeno sei mesi. Nel frattempo, ha continuato, l’infezione circola ancora e l’Italia dovrà vivere un periodo non facile a gestire on la massima attenzione. Queste le sue parole: “Sono convinto che troveremo le soluzioni adeguate e che la scienza ci farà vincere questa battaglia ma ci attendono dei mesi di resistenza“.

Coronavirus, Speranza: “Vaccino tra sei mesi”

Il ministro della Salute ha spiegato che anche quando arriverà il vaccino il virus non sarà azzerato, perché all’inizio ve ne saranno poche dosi. I primi ad essere vaccinati saranno medici e operatori sanitari, dunque i soggetti fragili e gli anziani. Mancherà dunque ancora molto prima di poter dire sconfitta l’infezione, ma Speranza ha comunque voluto mandare un messaggio di ottimismo: “È ancora dura ma alla fine la battaglia la vinceremo“.

Il ministro poi ha invitato a vaccinarsi contro l’influenza a patire da ottobre. Rispetto allo scorso anno, alle regioni è anche arrivato il 70% in più di dosi. Quanto invece alla riapertura delle scuole, l’ha definita la scelta più difficile aggiungendo che a decidere su tamponi e misure da adottare in caso di positività in classe dovrà essere sempre l’autorità sanitaria. Ha inoltre sottolineato che il suo Ministero è al lavoro per aumentare la capacita di fare test.

Siamo cresciuti, siamo stati i primi ad usare test antigenici, usati negli aeroporti, e stiamo immaginando di usarli anche fuori da aeroporti e scuola, può essere una risposta importante. Stiamo sperimentando anche test salivari“, ha ribadito. L’obiettivo per questi mesi è infatti quello di rafforzare la capacità del sistema sanitario di tracciare i contatti ed limitare subito la diffusione del virus. Infine la chiosa: “No al panico e non improvvisiamo ma fidiamoci di medici e personale sanitario“.