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Assemblea M5s, Crimi propone tre ipotesi per la leadership del partito

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Introducendo l'assemblea del M5s Vito Crimi ha proposto tre ipotesi per il futuro del partito: nuovo capo politico, guida collegiale o Stati Generali.

In un clima reso incandescente dalla recente debacle alle elezioni regionali si è aperta l’assemblea dei parlamentari del M5s, che secondo il programma dovrebbe occuparsi di alcune tematiche che da tempo stanno causando attriti tra le varie anime del Movimento: su tutte l’indizione dei prossimi Stati Generali, il nodo della piattaforma Rousseau e il ruolo di Davide Casaleggio all’interno del partito. Nell’aprire i lavori dell’assemblea, il capo politico reggente Vito Crimi ha inoltre esposto quelle che a suo dire sono le tre ipotesi da cui poter partire nell’immediato futuro.

Assemblea M5s, le proposte di Vito Cimi

Introducendo l’assemblea, Crimi ha illustrato i tre possibili scenari con cui il M5s potrà ripartire nelle prossime settimane. Il primo prevede l’elezione immediata su Rousseau del nuovo capo politico del Movimento che andrà a sostituirsi allo stesso Crimi, reggente dopo le dimissioni di Luigi Di Maio dello scorso 22 gennaio; il secondo punta invece a una guida collegiale del partito che per dovrà essere approvata dai militanti andando a modificare lo Statuto; mentre il terzo è la convocazione subitanea degli Stati Generali.

Le proposte di Crimi hanno però trovato un iniziale muro nelle prime dichiarazioni fatte durante l’assemblea, con parlamentari come Emanuele Dessi e Dalila Nesci che si sono mostrati contrari alla scelta della nuova leadership tramite la piattaforma Rousseau. L’insofferenza verso la creatura di Davide Casaleggio appare infatti palpabile tra gli esponenti del Movimento, che non sembrano aver digerito il recente procedimento disciplinare nei confronti dei parlamentari morosi sulle rendicontazioni, dopo che lo stesso Casaleggio aveva cambiato il termine per queste ultime senza prima avvertire gli eletti via mail.

La guerra interna al Movimento

“Basta con le battaglie intestine, dobbiamo avere una collegialità maggiore, perché alcuni problemi ancora vivi nel M5S derivano da verticismo troppo spinto che c’è stato”; così il presidente della Camera Roberto Fico è voluto intervenire in giornata mettendo in guardia da quella che rischia di diventare una vera e propria guerra fratricida interna al Movimento, secondo alcuni innescata dalla figura dello stesso Di Maio ancora molto attivo nelle decisioni di vertice nonostante non sia più il capo politico.

Un’aria da resa dei conti che si respira anche nelle parole del sottosegretario Stefano Buffagni, il quale in un post su Facebook ha scritto: “Io continuo la mia lotta anche se spesso è sfiancante e demotivante: l’inadeguatezza di certe scelte, di talune persone, e dei toni nel Movimento 5 Stelle è alla base della situazione che stiamo affrontando. Spero finiremo di fare gli struzzi, capendo nei modi e nelle sedi giuste come cambiare, cacciando anche ‘i mercanti dal tempio.