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Coronavirus, Speranza: "Primo segnale di rafforzamento delle misure"

Speranza informativa Camera

Il ministro Roberto Speranza ha tenuto un'informativa alla Camera per illustrare le misure del prossimo decreto.

È terminata l’informativa del ministro della Salute Roberto Speranza alla Camera: prima di illustrare le misure contenute nel nuovo dpcm in vigore da giovedì 8 ottobre 2020 ha fornito un quadro nazionale e internazionale sull’emergenza in corso.

Informativa di Speranza alla Camera

Dopo una fase lunga in cui la tendenza è stata quella di alleggerire le misure per favorire la ripartenza, in questo cambio di fase c’è invece un’inversione di marcia e si ripristinano le misure restrittive che erano state caratterizzanti della fase precedente. La tendenza riguarda tutti i paesi europei e anche il nostro.

L’Italia sta meglio rispetto agli altri ma non dobbiamo farci alcuna illusione. Sarebbe sbagliato immaginare di esserne fuori. C’è una fase di peggioramento oggettivo e all’interno di questa fase noi stiamo meglio rispetto agli altri ma da nove settimane i numeri stanno crescendo.

Se prima era soltanto una parte dell’Italia ad essere maggiormente colpita, ora i territori sono tutti toccati e nessuna regione può sentirsi fuori dai rischi che tutto il paese corre. Dobbiamo ripristinare la massima condivisione nella relazione tra Stato e regioni.

I risultati ottenuti non sono acquisiti per sempre e tutto si rimette in discussione ogni giorno. Per questo bisogna continuare su quella linea della prudenza che ci ha guidato finora. Per questo il governo intende prorogare lo stato di emergenza fino al 31 di gennaio, valutazione corrispondente allo stato reale del paese. L’emergenza non è finita. L’età media delle persone contagiate, che all’inizio è stata tra i 65 e i 70, è di 41 anni ma in estate era a 31: c’è quindi una tendenza all’innalzamento.

Il prossimo dpcm

Dentro il dpcm che approveremo domani confermeremo le misure essenziali che fino a qui ci hanno consentito di provare a gestire la fase di convivenza con l’epidemia ma daremo al paese un primo segnale di rafforzamento di queste misure. Le tre regole fondamentali da rispettare saranno:

  1. L’utilizzo corretto delle mascherine, che sono uno strumento essenziale per contrastare la diffusione del coronavirus. Nel dpcm estendiamo l’obbligo di utilizzo anche all’aperto e diciamo con forza ai cittadini che dobbiamo fare uno sforzo in più: in ogni situazione in cui c’è il rischio di incontrare persone non conviventi c’è la necessità di usare i dispositivi.
  2. Il distanziamento interpersonale di almeno un metro e il divieto di assembramenti: nelle prossime ore lavoreremo per aumentare il livello di controlli.
  3. Il lavaggio delle mani e l’igiene personale.

Su queste regole c’è la piena condivisione di tutta la comunità scientifica mondiale.

Scuole e tamponi

Per quanto riguarda le scuole, credo che la riapertura sia stata una scelta giustissima. Io penso che sia ancora presto per un giudizio definitivo sulla capacità del paese di reggere e mantenere un livello basso di contagio negli istituti ma i primi numeri forniti dal Ministero dell’Istruzione segnalano un impatto in questo momento basso.

Stiamo inoltre rafforzando la nostra capacità di testing. Abbiamo superato la soglia del 120 mila test al giorno. Oltre ai test molecolari classici utilizziamo anche dal 13 agosto quelli antigenici, inizialmente utilizzati negli aeroporti. Su quest’ultimo fronte continueremo a verificare ora per ora l’evoluzione epidemiologica di ogni paese e ad adattare le nostre scelte di conseguenza. L’auspicio è che si possa arrivare ad un utilizzo significativo dei test salivari, meno invasivi rispetto al tampone classico.

Vaccino e cure

La mia opinione è che la scienza ci darà ben presto risultati incoraggianti sugli altri grandi fronti. L’agenzia europea del farmaco ha iniziato formalmente il percorso di validazione del primo vaccino anti coronavirus, quello di AstraZeneca. L’Italia è in prima fila dentro questa partita e deve continuare ad investire con forza.

Anche gli studi sulle cure stanno avendo risultati incoraggianti, specie quelli sugli anticorpi monoclonali. L’Italia è ancora una volta in prima linea: nel Decreto Agosto abbiamo messo 80 milioni per il 2020 e 300 per il 2021 per investire nella ricerca.

Sono fiducioso che arriveranno un vaccino e cure efficaci, ma nel frattempo abbiamo davanti diversi mesi in cui dobbiamo convivere col virus senza questi strumenti. Le uniche armi che abbiamo sono i comportamenti delle persone, le misure dello stato e dei governi regionali, il tracciamento e il servizio sanitario nazionale. Dobbiamo alzare il nostro livello di guardia.