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Coronavirus, Sileri: "Improbabile nuovo lockdown nazionale"

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Coronavirus, viceministro Sileri: "Probabile che ci siano lockdown chirurgici a livello locale". Poi ribadisce importanza sull'uso della mascherina

Dopo l’aumento dei casi di coronavirus registrati il 7 ottobre, a parlare sono gli esponenti del governo e del mondo scientifico, che hanno comune punto d’accordo: l’attenzione deve restare massima, perchè il virus continua a fare male.

Il viceministro Sileri sui contagi

“Più che impennata, la chiamerei una salita controllata dei contagi”. Cos’ il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri ha commentato i dati, per alcuni preoccupanti, degli ultimi giorni. “Nelle prossime settimane dobbiamo aspettarci che i casi salgano ulteriormente -ha detto Sileri a Radio Cusano Campus-. Avere 3500 casi non è una notevole circolazione del virus, ma bisogna continuare a rispettare le regole per far sì che la circolazione non aumenti”. Obbligatoria e indispensabile per mantenere i numeri del virus ad un livello non preoccupante è la mascherina, resa obbligatoria anche all’aperto dal nuovo Dpcm. “La mascherina protegge se stessi e gli altri, se qualcuno crede che questa sia una dittatura sanitaria sbaglia ed ha poco rispetto per gli altri -avvisa Sileri-. Se negazionisti e faziosi dovessero togliersi la mascherina ci ritroveremmo nella situazione di febbraio-marzo”.

Sileri: “Possibili lockdown locali”

Per il viceministro Sileri se verranno rispettate da tutti le misure di sicurezza non sarà necessario un nuovo lockdown. “Se tutti rispetteranno le regole, un secondo lockdown nazionale lo vedo molto improbabile, è più probabile che ci siano lockdown chirurgici a livello locale”. Un commento, poi, sui test rapidi. ”Test rapidi? Dobbiamo cercare di utilizzare tutti i mezzi che abbiamo e migliorare la diagnostica semplice, economica e che possa fare uno screening a più ampia scala”. Infine, un commento sul problema dei trasporti, spesso affolati. Per Sileri bisogna ”incrementare le corse nelle ore di punta. Non serve essere né terroristi né negazionisti. Rispettiamo i protocolli e continuiamo a conviverci”.