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Boccia: "Chiusura tra regioni? Non si può escludere nulla"

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Il ministro Francesco Boccia non ha escluso la chiusura di alcune regioni se la situazione epidemiologica dovesse precipitare.

Il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia, interrogato in merito a una chiusura delle regioni in caso di aumento dei contagi da coronavirus, ha affermato che le limitazioni di spostamento non possono essere escluse.

Boccia sulla chiusura tra regioni

Posto che la difesa del lavoro e della salute va difesa a tutti i costi e la mobilità tra regioni salvaguardata, la situazione dovrà essere monitorata giorni per giorno. “Appena c’è una spia che si accende bisogna intervenire“, ha sottolineato nel corso della trasmissione radiofonica The Breakfast Club su Radio Capital. Ci sono infatti diversi territori in cui il boom di positivi è stato più vertiginoso che in altri come Lazio e Campania. Nella sola giornata di giovedì 8 ottobre 2020 ne hanno infatti registrati insieme più di mille.

Per il ministro la risalita dei contagi era prevedibile. Per questo le terapie intensive sono state rafforzate. E, nonostante i numeri dei positivi giornalieri abbiano raggiunto quelli di marzo e aprile, la situazione e la capacità di convivere con il virus sono mutate in meglio. “Come governo non fissiamo nessuna asticella“, ha aggiunto.

Si è infine espresso sui test rapidi, definendo inaccettabili le ore di attesa per effettuare un tampone. Il riferimento è ai drive-in soprattutto delle grandi città come Roma dove i cittadini hanno provato ad attendere anche 12 ore in coda per sottoporsi al test diagnostico. A tal proposito Boccia ha affermato che “bisogna potenziare i servizi sanitari e stiamo lavorando sui test rapidi perché si possano fare ovunque“.