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Testimonianza di Liliana Segre: "So cosa vuol dire essere clandestina"

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Nella sua ultima testimonianza pubblica, Liliana Segre parla del suo passato dicendo di essersi a lungo sentita una clandestina, diversa dagli altri.

La senatrice a vita Liliana Segre ha parlato di leggi raziali, di diversità e dell’essersi a lungo sentita una clandestina nella sua ultima testimonianza pubblica organizzata presso la Cittadella della pace di Rondine, Arezzo. Il suo è un racconto che unisce le proprie esperienze personali ai fatti di cronaca che ogni giorno nei tempi attuali ci riportano di persone che scappano dal proprio paese, affrontano viaggi pericolosissimi con la speranza di un futuro migliore. “Sono stata clandestina e so cosa vuol dire essere respinti”dice la senatrice riferendosi a quando nel 1938 fu costretta ad abbandonare la scuola per via delle leggi razziali imposte dal fascismo. Un trauma per una bambina, sentitasi improvvisamente diversa e senza nessun motivo per esserlo. 

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La testimonianza sui clandestini di Liliana Segre

“A 8 anni – aggiunge la Segre – chiesi ai miei familiari perché non potessi più andare a scuola e ricordo gli sguardi di quelli che mi amavano e mi dovevano dire che ero stata espulsa perché ero ebrea. Molti miei compagni non si accorsero che il mio banco era vuoto”. La bambina ebrea, così da quel momento è stata considerata dalla società e dalle sue amiche del tempo. Un aspetto che ha fortemente connotato nella senatrice, per sua stessa ammissione, il pensiero di essere l’altra, la diversa. È così che è cresciuta e quel dispiacere per non poter più andare a scuola è qualcosa che non l’ha mai abbandonata, neanche oggi che è una donna di 90 anni. 

Il commento di Conte alla testimonianza

Ad ascoltare la testimonianza di Liliana Segre c’era anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che, a margine dell’intervento, ha rilasciato delle dichiarazioni ai molti giornalisti presenti. “Sono venuto qui non per parlare ma per ascoltare l’ultima testimonianza pubblica della senatrice Segre – ha detto Conte –  Una testimonianza di eventi così tragici che ha la funzione di interrogare le coscienze, di sollecitarci a scacciare via l’indifferenza e anche le ambiguità, di sollecitarci ad assumere posizioni chiare e scelte nette”. Poi l’impegno assunto del capo del governo affinchè le parole della Segre non vengano relegate solo al presente, ma anzi possano essere mantenute vive nel tempo.