> > Coronavirus, Fontana annuncia nuove restrizioni in Lombardia

Coronavirus, Fontana annuncia nuove restrizioni in Lombardia

attilio fontana conto bahamas

Il governatore della Lombardia Attilio Fontana ha presentato le proprie proposte per contenere la diffusione del coronavirus nella regione.

“Sono meno preoccupato rispetto a marzo” ma è necessario agire per contenere l’aumento dei contagi e scongiurare il lockdown. Ad affermarlo è il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, che nel pomeriggio del 16 ottobre ha presentato il proprio piano per combattere il coronavirus nella regione:

  • Riduzione dei passeggeri sul trasporto pubblico locale
  • Didattica a distanza parziale per le superiori
  • Didattica a distanza per le università (tranne matricole e specializzandi)
  • Sospensione degli sport di contatto
  • Incremento dello smartworking
  • Divieto di consumo di bevande sul suolo pubblico dopo una certa ora
  • Maggiori controlli sulla movida
  • Valutazioni sulla presenza di tifosi in stadi e palazzetti.

Coronavirus, le proposte di Fontana per la Lombardia

Dopo giorni di ipotesi e indiscrezioni, l’annuncio è arrivato durante un punto stampa fuori dal Palazzo della Regione Lombardia, poco prima dell’inizio dell’incontro del governatore con il Cts. Le autorità regionali chiederanno al Comitato di accettare le proposte avanzate per limitare le interazioni sociali in ambiti quali gli sport di contatto, i trasporti e l’istruzione.

Il piano presentato da Fontana racchiude il frutto della “massima collaborazione dei sindaci dei capoluoghi e da tutti i capigruppo del consiglio” per “portare avanti un discorso condiviso”. In primo luogo si lavora per “ridurre le persone del trasporto pubblico locale“, su cui attualmente si viaggia – sulla carta – fino all’80% della capienza massima, ma che in molti dipingono come una delle maggiori occasioni di assembramenti.

Per svuotare metro, bus e tram, il governatore pensa a “una didattica a distanza non assoluta ma parziale. Un’alternanza tra scuola e didattica a casa”. Un’ipotesi a cui, nei giorni precedenti, la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina si era già opposta con fermezza.