> > Campania, De Luca chiede il coprifuoco: "Alle 23 si chiude tutto"

Campania, De Luca chiede il coprifuoco: "Alle 23 si chiude tutto"

de luca covid hospital campania

De Luca: "Ci prepariamo a chiedere il coprifuoco, il blocco delle attività della mobilità a partire da questo fine settimana".

Dopo la Lombardia, anche la Campania potrebbe introdurre il coprifuoco alle 23. Lo ha annunciato il governatore Vincenzo De Luca: “Ci prepariamo a chiedere il coprifuoco, il blocco delle attività della mobilità a partire da questo fine settimana. Volevamo partire dall’ultimo weekend di ottobre, ma partiamo ora. Si interrompono le attività e la mobilità alle 23 per contenere l’onda di contagio, come si è chiesto anche in Lombardia”.

Richiesto il coprifuoco in Campania

Il primo governatore a mettere nero su bianco la parola coprifuoco, a cinque mesi dalla fine della durissima fase uno, è stato Attilio Fontana. In accordo con i sindaci dei capoluoghi lombardi, il presidente di Regione Lombardia ha chiesto e ottenuto la sospensione di tutte le attività e il blocco degli spostamenti (fatta eccezione per quelli dovuti a lavoro, motivi di salute o comprovata necessità, per cui sarà nuovamente necessaria l’autocertificazione) tra le 23 e le 5 del mattino, a partire da giovedì 22 ottobre.

A meno di 24 ore di distanza, la stessa decisione è stata annunciata anche da Vincenzo De Luca, come Fontana alla guida di una delle regioni più colpite dalla seconda ondata.

De Luca riapre le scuole elementari

Se, da un lato, il coprifuoco imporrà nuovi limiti alla movida e alle attività notturne, dall’altro il governatore della Campania ha voluto allentare la stretta sul sistema scolastico, annunciando la riapertura delle scuole elementari, la cui chiusura era stata stabilita con un’ordinanza firmata lo scorso 15 ottobre. “C’è stata una riunione poco fa tra l’assessore alla scuola Lucia Fortini e le organizzazioni scolastiche che hanno concordato sulle misure per la scuola su cui anche il Tar ci ha dato ragione” ha spiegato il governatore. Il tutto a patto che ci sia sempre “la garanzia delle condizioni sanitarie e questa garanzia non può essere scaricata sui presidi ma sulle Asl”.