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Coronavirus Bergamo, Gori: "Non chiudiamo strade o piazze"

Giorgio Gori

Giorgio Gori ha riferito che a Bergamo, per il momento, non verranno chiuse strade o piazze.

Giorgio Gori, Sindaco di Bergamo, una delle città più colpite a marzo dall’epidemia da Coronavirus, ha rassicurato i proprio cittadini in merito alla situazione sanitaria della città. “Qui a Bergamo non ravvisiamo la necessità di chiudere strade o piazze – dice -. Per chiudere piazza Pontida servirebbero 10 agenti. Ne servirebbero 50 per chiudere piazza Santo Stefano a Firenze. Tutte le forze dell’ordine saranno invece confluite sui controlli al rispetto delle norme anticovid e contro gli assembramenti”. Le parole del Sindaco giunte al termine della riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica che si è riunito in Prefettura a Bergamo.

Coronavirus Bergamo, parla Gori

Non saranno mai dimenticate le immagini delle camionette dell’Esercito che trasportavano in altre Regioni le bare dei deceduti da Covid a inizio epidemia. Il Sindaco ha rassicurato che questa tragedia non si ripeterà e che sarà attivata una task force coordinata dalla questura per i controlli su tutto il territorio provinciale.

Cala per il momento tuttavia la portata degli autobus destinati agli studenti delle scuole. Verrà ridotta dall’attuale 80% previsto a livello nazionale al 60%. Inoltre il Sindaco ha annunciato che la didattica a distanza sarà portata al 50%. “Vedremo con l’agenzia di trasporto pubblico se sarà poi necessario anche aumentare l’offerta dei bus, che già oggi è superiore del 20%”, spiega il Primo cittadino. “Ho molto a cuore l’aspetto economico. So che tutto quello che viene limitato contiene comunque del lavoro. Anche in settori che per altri possono essere di svago, come i bar: dobbiamo avere dunque piena consapevolezza che ci sono lavoratori penalizzati da queste decisioni, ma il governo ha ben chiaro questo aspetto perché ha previsto ben 4 miliardi destinati ai ricavi mancanti di queste attività”.

E ancora: “Qui a Bergamo non escludo che si possa riattivare la distribuzione dei contributi a fondo perduto a chi ha perso il fatturato. I numeri sono in forte crescita, non qui a Bergamo per ora, ma a Milano, Monza e Varese. Giusto che i cittadini di Bergamo, che più di tutti hanno affrontato le conseguenze peggiori del Covid, siano ora prudenti e seguano le misure di contenimento previste da governo e regione”.