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Dpcm anti Covid: la maggioranza si spacca

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La maggioranza si spacca sul nuovo Dpcm anti Covid.

La maggioranza si spacca sul nuovo Dpcm anti Covid, che stabilisce restrizioni per i ristoranti, i bar, le gelaterie, le pasticcerie, le pizzerie. Da una parte c’è Italia Viva, e in particolare Teresa Bellanova, che ritiene le misure una penalizzazione troppo forte. Dall’altra c’è Conte, che non vuole fare marcia indietro e non accetta la proposta dei renziani di tenere aperti i ristoranti, cinema e teatri fino alle 22.

Maggioranza spaccata su Dpcm Covid

“Davanti a scelte così delicate e cruciali, non si può dire ‘si fa così perché si deve fare’ – dice la Bellanova -. Non è negoziabile il diritto-dovere, puntualmente derubricato, di disporre di dati scientifici e quadri di conoscenza su cui orientare la responsabilità delle scelte. Significa anche poter agire con maggiore precisione lì dove è necessario”. Il Ministro delle politiche agricole ha parlato in una intervista a ‘La Stampa’. “Nessuno soffia sul fuoco, tantomeno abbiamo i piedi in due scarpe. Ripeto quanto abbiamo sempre detto, inascoltati”. Bisogna “assumersi la responsabilità delle proprie azioni e non soffiare sul fuoco del malessere sociale per qualche percentuale di consenso nei sondaggi”.

“Lo stesso Cts – ricorda la Bellanova – per voce del Ministro della Sanità che ha letto parte di un verbale, aveva avanzato dubbi sull’utilità della chiusura anticipata, segnalando il rischio che si potessero incentivare convivialità domestiche ben oltre i conviventi. Chi ha fatto sforzi e investimenti per mettersi in regola e rispettare le norme non deve sentirsi tradito“.

Bellanova sulla scuola

Disaccordi anche sul tema scuola. Nel nuovo Dpcm anti Covid, infatti, è scattato l‘obbligo per le superiori di portare la didattica a distanza “almeno al 75%”. “Le scuole devono restare aperte. Pianificando meglio, insieme ai dirigenti scolastici, i trasporti. Uno snodo non aggirabile – dice Teresa Bellanova. E qui trova l’appoggio anche del Ministro per la Famiglia Elena Bonetti: “Lo ridico con forza, questa sospensione della didattica per la scuola di secondo grado e per le scuole superiori non può durare più di due-tre settimane perché altrimenti faremo perdere un altro anno scolastico a questi giovani e creeremo un buco nella loro formazione non colmabile”.

In tutto questo si inserisce il segretario del Pd Zingaretti, che sostiene le misure contro il Covid, ma chiede a Conte di coinvolgere maggiormente le opposizioni: “Dobbiamo trovare le forme di un passo in avanti nel rapporto con le opposizioni, di una collaborazione maggiore, senza preconcetti, senza guardare alle convenienze di partito, serve all’Italia fare un salto in avanti fra forze di maggioranza opposizione”.

Risponde Dario Franceschini: “È un momento difficile. Perché non mi pare che l’opinione pubblica e il mondo della cultura abbiano capito la situazione. Mi aspettavo attacchi perché è troppo poco non perché è troppo“.