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In Italia ipotesi lockdown alla francese? Ecco cos'è

cos'è lockdown alla francese

L'Italia verso un lockdown alla francese, cos'è e quali sono le misure previste.

L’obiettivo numero uno in questo momento in Italia è invertire la crescita della curva dei contagi, con tutto ciò che ne consegue in termini di pressioni per il sistema sanitario. Le nuove misure previste dal dpcm daranno i risultati sperati solo tra qualche settimana, ma nel frattempo comincia a farsi sempre più probabile l’ipotesi di un nuova serrata generale che somigli molto alle modalità di intervento adottate in Francia nelle scorse ore. Un lockdown alla francese, ma che cos’è e in cosa si sostanzia?

Cos’è il lockdown alla francese?

Il presidente francese Emmanuel Macron, ha disposto per delle chiusure totali, ma non per tutti. A restare aperte sono infatti le scuole, i negozi ritenuti essenziali e buona parte delle attività lavorative. L’Italia potrebbe muoversi in una direzione simile, magari attingendo anche da quanto fatto in Germania dove è in atto un lockdown molto soft, in una serrata meno dura rispetto a quella dello scorso marzo.

Nello specifico si potrebbe incentivare il più possibile lo smart working e prevedere delle limitazioni per gli esercizi commerciali basate o su chiusure totali o, più probabilmente, su aperture possibili solo in determinati orari. Tornerebbe comunque l’autocertificazione per i cittadini con gli spostamenti tra le Regioni da intendersi come fortemente sconsigliati. Le scuole rimarrebbero invece aperte e in presenza, almeno per quanto riguarda le elementari e le medie. Per le superiori possibile invece la didattica a distanza. In quest’ultimo aspetto grande potere è dato alle regioni che, proprio come sta già avvenendo nelle ultime settimane, avrebbero la possibilità di inasprire le misure su base regionale.

I tempi delle decisioni

In merito alle tempistiche sembra che la situazione rimarrà allo stato attuale almeno fino al 4 novembre. In quella data il presidente del Consiglio Giuseppe Conte riferirà in Parlamento, ci sarà un voto e la decisione definitiva che potrebbe dunque arrivare tra il 5 e il 1o di novembre. Fondamentali saranno i dati dei contagi e sopratutto quelli delle strutture ospedaliere in merito ai ricoveri e ai posti in terapia intensiva, senza dimenticare l’ormai celebre indice Rt. C’è da scongiurare la fase 4 dell’emergenza, quella delle chiusure che però, va detto, sembrano quanto mai prossime in alcuni territori come la Lombardia e la Campania dove il contagio viaggio ad una velocità maggiore rispetto ad altri territori.