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L'ultima bozza del Dpcm: coprifuoco alle 22 e divieto di spostamento

coprifuoco piemonte

Nell'ultima bozza dell'atteso Dpcm il coprifuoco nazionale sarebbe fissato per le 22, ovvero quanto proposto dal premier Conte.

Se il giorno prima la maggioranza si era mostrata d’accordo con l’introduzione di un coprifuoco alle 21 in tutta Italia, ora la chiusura sarebbe posticipata di un’ora. Secondo indiscrezioni, nell’ultima bozza dell’atteso Dpcm il coprifuoco nazionale sarebbe fissato per le 22, ovvero quanto proposto dal premier Conte. Non passerebbe, dunque, la proposta del Pd di anticipare lo stop alle 20-21.

La bozza prevede, tra le varie restrizioni, anche il divieto di spostamento “in un comune diverso da quello di residenza, domicilio o abitaizone” per tutti i territori considerati zona rossa “salvo che per comprovate esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi e non disponibili in tale comune”.

Coprifuoco alle 22 tutta Italia

I capidelegazione dei partiti di maggioranza avevano avuto un incontro con il Premier Conte dopo il lungo vertice di domenica 1 novembre. È stato in questa occasione che si sarebbero mostrati d’accordo con la chiusura di tutte le attività e il divieto di spostamento – se non per ragioni di salute, lavoro o necessità, da certificare con apposita autodichiarazione – dopo le 21.

Il Presidente del Consiglio ha portato dunque la proposta alle Regioni e ai Comuni prima di andare a riferire a Camera e Senato i provvedimenti contenuti nel nuovo decreto che presumibilmente firmerà nella serata di martedì 3. Tra le disposizioni che potrebbero esservi contenute ci sarebbero l’obbligo di didattica a distanza per tutte le scuole a partire dalla seconda media, la chiusura dei musei e dei centri commerciali nel fine settimana e il divieto di circolare tra regioni se non motivato, ma anche tra comuni nelle zone rosse.

Le misure sarebbero da applicarsi su tutto il territorio nazionale fino al 4 dicembre. Se infatti inizialmente il governo era intenzionato a differenziare le norme in base agli indici di contagio dei territori, gli amministratori locali hanno premuto per avere provvedimenti uniformi in tutta Italia. Le singole regioni potranno poi eventualmente intervenire con disposizioni più stringenti qualora lo ritengano necessario. Campania e Puglia per esempio hanno già chiuso tutte le scuole di ogni ordine e grado.