> > Dpcm, Azzolina: "Voglio di nuovo tutti in aula, niente pronostici sulla data"

Dpcm, Azzolina: "Voglio di nuovo tutti in aula, niente pronostici sulla data"

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Il ministro dell'Istruzione Azzolina ha affermato di voler riportare in aula tutti gli studenti non appena l'emergenza lo consentirà.

Dopo la firma del dpcm che impone la didattica a distanza per le superiori e anche per gli studenti di seconda e terza media nelle zone rosse, Lucia Azzolina ha affermato che “potrò sentirmi sollevata soltanto quando tutti i miei studenti potranno tornare in classe“. Quanto alla data in cui ciò avverrà ha preferito non sbilanciarsi ed evitare pronostici.

Azzolina sul dpcm

Intervistata dal Corriere della Sera, il ministro ha spiegato che la situazione sanitaria non ha permesso di fare altrimenti e ha imposto di procedere con le lezioni a distanza per due milioni e mezzo di alunni. Una scelta difficile, così come quella di lasciare aperto il primo ciclo d’istruzione anche nelle zone più a rischio per tutelare i più deboli. Alcune regioni come la Campania hanno comunque già annunciato che chiuderanno anche le scuole elementari.

Per lei l’obiettivo rimane ora quello di riportare tutti in classe in sicurezza. Quando sarà possibile? La titolare dell’Istruzione preferisce non fare pronostici e non azzardare a ipotizzare un ritorno in aula prima di Natale ma spiega di “lavorare per limitare i disagi“. Per esempio scrivendo agli uffici scolastici regionali di continuare il lavoro con gli assessori per trovare soluzioni per i mezzi di trasporto.

A chi le chiede se prima di optare per le lezioni da remoto abbia pensato ai rischi di dispersione scolastica, la Azzolina ha spiegato di averne parlato anche con il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco. “É una piaga soprattutto in alcune zone del Sud dove rischiamo di perdere per strada molti adolescenti. Ci sono realtà in cui i ragazzi se non vanno a scuola rischiano di non mangiare. Non tutti vivono in case grandi e accoglienti“, ha sottolineato.

A far optare per procedere comunque alla chiusura a differenza di quanto fatto in Francia, Gran Bretagna e Germania è stato un principio di massima precauzione.