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Nuovo Dpcm, Conte: "Restrizioni forse limitate a qualche settimana"

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Il premier Conte confida che le restrizioni introdotte con il Dpcm del 3 novembre serviranno a far ripartire i consumi prima di Natale.

Ospite al mastershow “Ristoranti, una questione politica“, il premier Giuseppe Conte è intervenuto per commentare le nuove misure restrittive, proprio nel giorno in cui entra in vigore il Dpcm del 3 novembre. “Oggi non è una giornata felice per molte aree. Ci sono cittadini costretti a un regime più restrittivo. Non stiamo dando schiaffi a nessuno, non c’è dietro una volontà di penalizzare delle aree a discapito di altre” ha esordito il presidente del Consiglio. Arriva così la risposta al governatore Attilio Fontana, che nei giorni precedenti aveva accusato il governo di aver tirato uno “schiaffo alla Lombardia”.

“Siamo costretti a rallentare la corsa di questo treno, ma vogliamo che sia una limitazione quanto più contenuta possibile nel tempo” prosegue il capo del governo. “Ecco perché interveniamo adesso. Confidiamo che le restrizioni siano limitate a qualche settimana. Non ho mai detto che a Natale brinderemo e ci abbracceremo tutti, però far ripartire i consumi sotto Natale credo che sarebbe molto utile per l’economia nazionale”.

Verso il decreto Ristori bis

Proprio sul fronte economico, il governo è intenzionato a intervenire nuovamente con un decreto Ristori bis: è atteso in giornata il Consiglio dei ministri per approvarlo. Il nuovo provvedimento dovrebbe includere non solo indennizzi per le attività commerciali costrette allo stop, ma anche aiuti alle famiglie colpite dalle nuove restrizioni, in particolare quelle con figli che a partire da oggi dovranno tornare alla didattica a distanza.

Conte sul nuovo Dpcm

Durante il suo intervento, Conte si è poi rivolto direttamente ai cittadini più colpiti dal nuovo Dpcm, assicurando di comprendere “il profondo senso di ingiustizia, credetemi. Aver rispettato i protocolli, aver speso per far rispettare tutte le misure e poi dover chiudere comunque è molto penalizzante. So che l’asporto è un palliativo, così come la consegna a domicilio”. L’appello del premier è però quello di “non fermarsi solo al protocollo. Siamo stati accusati, come governo, di non aver fatto nulla per prevenire la pandemia. Abbiamo speso miliardi e abbiamo prorogato lo stato di emergenza, ma la pandemia è arrivata lo stesso. Ora non limitiamoci a guardare il nostro piccolo, dobbiamo adottare delle misure diverse. Ne usciremo“.