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Centrodestra, chieste le dimissioni del Presidente Conte

Chieste dimissioni presidente Conte

Dopo l’annuncio del Presidente Conte di inasprire le regole per il periodo Natalizio il Centrodestra ha organizzato una protesta a Palazzo Chigi.

Dimissioni del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Questo è ciò che ha chiesto il movimento di centrodestra nel corso di una protesta davanti a Palazzo Chigi. Molti i temi su cui Matteo Salvini, Antonio Tajani e Giorgia Meloni hanno posto l’accento cominciare dal problema delle imprese che sono state costrette a chiudere passando per il nuovo decreto immigrazione che di fatto ha cancellato in parte il decreto voluto da Salvini. Un altro tema trattato sarebbe stata la chiusura del Paese durante il periodo Natalizio. “Negare il Natale alle famiglie, ai genitori separati, ai figli lontani da casa, ai disabili e agli anziani soli è una follia”, ha dichiarato il leader della Lega Matteo Salvini.

Chieste dimissioni presidente Conte

“Il centrodestra compatto settimana scorsa ha costretto il governo a dare 8 miliardi alle partite Iva, ai lavoratori autonomi e ai professionisti. Il centrodestra compatto oggi è in Parlamento perché incredibilmente in un giorno in cui ci sono quasi mille morti di Covid la maggioranza parla di immigrazione, di cancellare i decreti Salvini e riaprire i porti ai clandestini e agli scafisti”, queste le parole del leader della Lega Matteo Salvini nel corso della protesta davanti a palazzo Chigi.

Giorgia Meloni invece non ha usato mezzi termini: “Mentre i negozi chiudono, i porti aprono. Mentre i commercianti vengono multati, le Ong si vogliono togliere le multe. Mentre gli imprenditori italiani sono disperati, gli scafisti festeggiano. Mentre agli italiani viene impedito di passare da un Comune all’altro a Natale, agli immigrati si vuole favorire il passaggio da un continente all’altro. Noi pensiamo che questo sia da cinici, pazzi e irresponsabili”.

Infine anche Tajani si è espresso a proposito della Politica immigratoria del Governo: “Non c’è alcuna strategia per l’integrazione di chi lavora regolarmente nel nostro Paese. Non c’è una strategia per fare accordi bilaterali. Non c’è una strategia che costringa l’Unione europea a investire più di quanto non abbia investito fino ad oggi. Cambiare le regole per rendere più lassista la posizione dell’Italia è un errore grave”.