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La lettera di Renzi a Conte: "Non ti affideremo i pieni poteri"

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Matteo Renzi si rivolge al Premier Conte con una lunga lettera in cui lo invita ad aprirsi al confronto e a non "lavorare con se stesso".

Dopo le recenti tensioni scatenate principalmente dalla cabina di regia del Recovery Fund, Matteo Renzi ha scritto una lettera al Premier Conte ribadendo la sua contrarietà a “organizzare task force cui dare poteri sostitutivi rispetto al governo” e la sua disponibilità al confronto sui principali temi di attualità.

La lettera di Renzi a Conte

Ciò che l’ex premier critica all’attuale capo del governo è soprattutto il suo modus operandi attraverso “dirette Facebook scambiate per una sessione del Parlamento” e richieste di approvazione di documenti condivisi all’ultimo minuto. Dopo aver ribadito di aver sostenuto le misure dell’esecutivo anche quando non le condivideva, Renzi si è appellato a Conte affinché, l’Italia, che ha il maggior numero di decessi per Covid in Europa, non sia il peggior stato anche sulla ripresa economica.

Noi, Presidente, vogliamo dare una mano sui contenuti. Perché in discussione sono le idee, non gli incarichi di governo. Non tiriamo a campare, vogliamo cambiare. Non ci basta uno strapuntino, vogliamo la politica“, ha continuato il leader di Italia Viva. Di qui l’invito a decidere insieme sulla politica internazionale, sulla sostenibilità, sul rilancio dell’economia circolare. Tutti temi che il suo partito ha già citato in Parlamento e che “nel piano che hai inviato alle ministre alle due di notte, senza averlo condiviso, c’è un collage di buone proposte senza un’anima, senza una visione, senza un’idea di come vogliamo essere tra vent’anni“.

Ciò che critica maggiormente è infatti il fatto che 88 del 127 miliardi che presterà l’Europa finanzino progetti già esistenti e non portino a nulla di nuovo. Dopo aver avanzato le sue proposte su più fronti, dalle infrastrutture alla tecnologia, Renzi ha inoltre accusato il Premier di aver destinato soltanto 9 miliardi alla sanità quando, senza pandemia, il suo governo ne aveva messi 7 in più. Ha poi esposto tutte le sue visioni relative a diversi temi politici che vorrebbe venissero affrontati, dalla scuola alla legge elettorale fino alla riforma della giustizia e alla crisi occupazionale.

“Non ti daremo i pieni poteri”

Infine la chiosa, in cui l’ex dem sottolinea di aver fatto un governo per evitare di dare i pieni poteri a Matteo Salvini e che per questo “non li affideremo ad altri“. A tal proposito ha citato la mancanza di un confronto di maggioranza sul ruolo dell’Autorità Delegata ribadendo che l’intelligence appartiene a tutti, non è la struttura privata di qualcuno e per questo “non puoi lavorare con te stesso anche in questo settore“.