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Alessia Centioni: "Investire sulle donne darebbe vantaggi all'economia"

Alessia Centioni Ewa

Ridurre le disuguaglianze di genere produrrebbe "oltre 10,5 milioni di nuovi posti di lavoro entro il 2050 e un aumento del Pil Pro capite dell'Ue".

In un mondo che con tanti sfarzi e troppi fronzoli si acclama emancipato, avanguardista, ipertecnologico e all’apice della modernità, trapelano ancora disparità, contraddizioni e ineguaglianze. Troppe ingiustizie animano la società contemporanea. Manca un lavoro che contrasti il problema alla radice, in una realtà dominata ancora da una cultura maschilista e paternalistica. Nell’intervista esclusiva, Alessia Centioni ha affrontato il problema (sempre tristemente vivo) della disparità di genere, sottolineando il valore simbolico e concreto delle donne, che sono esempio di tenacia, determinazione e resilienza: European Women Alliance – EWA – è un’alleanza di grande valore.

La differenza tra il trattamento economico di un uomo e una donna sul lavoro continua a essere troppo rilevante. Secondo il Gender Gap Report 2019 realizzato dall’Osservatorio JobPricing con Spring Professional, in Italia dal 2016 al 2018 la differenza retributiva è diminuita del 2,7%, ma resta comunque ampio il gap che è di 2.700 euro lordi, pari al 10% in più a favore degli uomini. Secondo Eurostat, sulla base di questi valori, il nostro Paese si colloca al 17° posto su 24 paesi per ampiezza del Gender Pay Gap nel settore privato. Anche nelle missioni Ue di gestione delle crisi le donne hanno un ruolo ancora minoritario. Sembra restare marginale il ruolo e il significato delle donne sul posto di lavoro, con garanzie scarse e carenti. Bassa anche la percentuale di donne in posizioni di leadership.

Eppure, anche nel periodo di emergenza sanitaria, hanno riadattato la propria routine, lavorando duramente negli ospedali, nei supermercati, nelle imprese di pulizia e sanificazione, nelle RSA, a scuola. Hanno gestito (e continuano a farlo) professione, figli, didattica a distanza, disabilità e genitori anziani. Contemporaneamente. E purtroppo la crisi economica aggravata dalla pandemia ha lasciato molte donne senza lavoro.

Alessia Centioni ed EWA al Parlamento europeo

“A più di un anno dalla prima proposta di European Women Alliance – EWA – di istituire una conformazione nuova in seno al Consiglio Europeo dedicata al gender equality, il Parlamento europeo finalmente approva, con oltre 500 voti favorevoli su 688, la risoluzione che chiede agli Stati membri di agire affinché la parità di genere sia trattata come un settore specifico delle politiche pubbliche e sia integrata in tutte le normative dell’Ue“. Così ha dichiarato in una nota Alessia Centioni, Presidente EWA. “Il divario occupazionale e salariale tra uomini e donne, la segregazione femminile nel mercato del lavoro, gli ostacoli che impediscono l’accesso a posizioni di vertice, la tutela della salute sessuale e riproduttiva delle donne sono temi che non sono mai stati affrontati direttamente perché è mancato un luogo istituzionale dove discuterne e prendere decisioni”.

Ma le diseguaglianze di genere non costituiscono un problema secondario, “dal momento che comporterebbe la creazione di oltre 10,5 milioni di nuovi posti di lavoro entro il 2050 e un aumento del Pil Pro capite nell’Ue di oltre il 10%”. Per la Centioni si tratta quindi di “temi fondamentali e urgenti non solo per la ripresa immediata di tutta Europa. Ma anche per dare una prospettiva di benessere alla prossima generazione di europei”. Per il momento, alla luce dei risultati raggiunti, “EWA esprime grande soddisfazione per questo risultato che concretizza l’impegno della nostra associazione. Soprattutto rende possibile in tutta l’Ue dare risposte comuni alle disuguaglianze operate a svantaggio delle donne. È un passo fondamentale per ridurre i divari tra gli Stati membri rafforzando la parità di genere attraverso un approccio intersezionale come da noi richiesto”.

Alessia Centioni racconta EWA

Quello di EWA, una squadra di donne che agisce in difesa delle donne, è un passo importante, che permette di affrontare un tema molto attuale e un problema altrettanto vivo e sentito. Finalmente anche il Parlamento europeo ha posto l’attenzione sulla questione tanto dibattuta, ma per molto tempo il divario tutto a scapito delle donne non è stato sufficientemente affrontato a livello istituzionale.

Alessia Centioni parlando della disparità tra uomo e donna e di EWA ha spiegato: “La proposta è stata lanciata il 6 marzo del 2019, all’interno di un summit informale del 2018, il Women European Council. Al nostro fianco anche le donne del Parlamento europeo, le commissarie e alcuni rappresentanti degli stati membri per discutere alcune proposte ex novo, fatte sulla base del divario di genere esistente e che vogliamo colmare. Oppure si tratta di proposte che riprendono l’agenda del Consiglio europeo, ma con una prospettiva di genere. In questi due anni e mezzo abbiamo fatto un lavoro molto sottotraccia, dal quale però abbiamo ottenuto importanti risultati. Per la prima volta, Banca centrale e Commissione europea sono presiedute da donne“, ha sottolineato Alessia Centioni.

La proposta di EWA

“Con la proposta lanciata nel 2019 vogliamo creare un consiglio gender equality all’interno del Consiglio dell’Unione. Fino ad adesso, le questioni di genere vengono affrontate all’interno del Consiglio degli affari sociali. Non c’è mai stato un luogo formale in cui discuterne e quando in agenda c’erano temi legati alla parità di genere spesso sono stati messi da parte, ha spiegato Alessia Centioni, presidente EWA.

“La nostra richiesta finalmente si è tradotta in una risoluzione approvata dal Parlamento europeo. Adesso il nostro lavoro dovrà tradursi in azioni concrete e, sulla base di un voto a maggioranza qualificata, vogliamo davvero formare un consiglio gender equality”, ha aggiunto.

Come devono agire i Paesi membri?

All’indomani dell’approvazione della proposta da parte del Parlamento europeo, gli stati membri dell’Ue come dovranno agire concretamente per diminuire il divario tra uomo e donna?

“La priorità è applicare il metodo Gender Mainstream, creato più di 20 anni fa dalle Nazioni Unite e con il quale le politiche pubbliche vengono valutate sulla base dell’impatto che hanno sulle donne. Sulla carta il Gender Mainstream esiste anche all’interno delle istituzioni europee. Tuttavia, mancano ancora degli indicatori che possano valutare in maniera scientifica e oggettiva l’impatto dei fondi e delle politiche pubbliche sulle donne. Dev’essere un impatto positivo che permetta di accorciare e sradicare le distanze tra uomo e donna. Noi esigiamo trasparenza e vogliamo che questi fondi abbiano una ricaduta positiva socialmente, volta per esempio ad aumentare la partecipazione della donna sul luogo del lavoro, ha spiegato Alessia Centioni, presidente EWA.

Alessia Centioni Ewa

Differenza di reddito, stipendi e posti di lavoro

Sul divario salariale ci aspettavamo una direttiva dell’Ue, fortemente avversata dal settore privato, che accusa il provvedimento di essere un ulteriore cartello amministrativo per le imprese, che lo rifiutano in un momento di crisi. Ma rendicontare il salario dei propri dipendenti affinché non ci siano discriminazioni e discrepanze tra uomo e donna, non costa nulla all’azienda. Così facendo, si tutelano le donne lavoratrici. L’Italia è ultima nell’occupazione femminile, che è scesa a 48,5% nel 2019. Nel terzo semestre dello stesso anno sono stati persi più di 480mila posti di lavoro. Portare l’occupazione femminile al 70% per l’Italia significherebbe 7 punti di Pil. I redditi delle donne, legati anche alla differenza salariale, nel nostro Paese sono più bassi del 20%“.

Così ne deriva “una condizione di maggior povertà per le donne, che è conseguenza non solo delle ridotte possibilità di lavorare, ma anche del livello e della qualità delle infrastrutture sociali che il Paese mette a disposizione. In un caso su quattro, una donna che sta per avere un figlio o all’arrivo del secondo lascia il lavoro. Questo accade perché non si sa dove lasciare i bambini, sono i dati sui quali la Centioni si è giustamente soffermata.

Abbattere gli stereotipi culturali

I numeri parlano chiaro. Infatti, Alessia Centioni, presidente EWA, che è madre e lavoratrice, ha aggiunto: “Le cifre di occupazione femminile al Nord e al Sud, confrontati con la presenza di asili nidi, testimoniano che la disoccupazione delle donne è motivata dalla scarsissima presenza di infrastrutture sociali”. Alle donne mancano ancora garanzie, affinché possano essere madri e donne in carriera, senza dover rinunciare alle proprie aspirazioni.

Per la Centioni serve un “cambio di passo nelle divisioni delle responsabilità familiari. Ma in Italia siamo solo agli inizi: dare 10 giorni di congedo all’uomo che diventa padre non è sufficiente se confrontato ai 3/4 mesi della paternità. Un provvedimento importante sarebbe mettere sullo stesso piano i congedi. Tanti giorni do alle donne e altrettanti agli uomini. Sarebbe questo un modo per riequilibrare le divergenze esistenti sia a livello economico sia lavorativo”.

“Alla disparità le donne stanno reagendo. Nel momento in cui non riescono a lavorare e se volessero diventare madri sanno che non avrebbero a disposizione servizi essenziali, le donne hanno risposto non facendo più figli. In Italia non nascono più bambini. Si fanno più figli al Nord, perché al Nord si lavora e ci sono infrastrutture, ha aggiunto Alessia Centioni, presidente EWA.

Lo scenario futuro

Alessia Centioni ha spiegato gli obiettivi di EWA ed espresso lo scenario futuro al quale aspira e che tanto desidererebbe vedere concretizzato. “Il futuro che vorrei e per il quale lavoro è fatto di investimenti massicci sull’educazione e sui servizi sociali. Per me sono il collante della società. Solo in questo modo si possono formare gli individui che compongono la società stessa. Spero che le donne possano finalmente occupare uno spazio maggiore nel mercato del lavoro. Ma anche ridisegnare un modello di società che funzioni davvero per tutti. Bisogna partire dalla più tenera età per formare cittadini liberi e rispettosi del vivere sociale. Spero che le donne possano riappropriarsi della propria indipendenza economica e scalare i vertici della vita pubblica, ha commentato.

Nonostante si tratti di un dibattito pressoché infinito, perché il problema è ancora così vivo? “Le differenze tra uomo e donna sono motivate dall’esistenza di una società ancora settata e fortemente patriarcale. C’è una concezione culturale sbagliata. Per esempio, se si continua a credere che solo la mamma possa occuparsi del neonato, è ovvio che la cura dei figli verrà associata solo alla figura femminile. Ma non è così. Non è una legge della natura. Rileggendo l’articolo 37 della Costituzione italiana, espressione di un’altra epoca, emerge ancora la concezione secondo la quale è la donna la prima responsabile del lavoro di cura”, ha ricordato la Centioni nel corso dell’intervista esclusiva.

“Alla base ci sono stereotipi culturali assecondati dalla realtà economica esistente. Il nostro obiettivo è distruggerli. Ognuno deve essere libero di vivere secondo le proprie aspettative. Non secondo ruoli imposti dalla società e radicati a livello culturale. L’Ue da anni dice all’Italia che uno dei motivi della mancata crescita economica nostrana è la bassissima occupazione femminile, ha spiegato.

“Tuttavia, i vari governi che si sono susseguiti non se ne sono davvero interessati. Non servono bonus. Servono politiche pubbliche lungimiranti basate su investimenti massivi nella formazione, nelle infrastrutture sociali e nella garanzia che le donne possano lavorare”, ha aggiunto Alessia Centioni, parlando dei compiti che EWA si prefigge.