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Boccia: "Riapertura scuola il 7 gennaio? Dipende dai contagi"

Boccia Riapertura scuola 7 gennaio

Boccia sulla riapertura della scuola il 7 gennaio sottolinea che tutto dipenderà dai contagi.

Il Ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, ha rilasciato un’intervista a Il Messaggero nella quale ha fatto il punto su diversi delicati aspetti che riguardano l’attuale situazione italiana, dalla riapertura delle scuola il 7 gennaio, ai vaccini passando per il rischio di una terza ondata. Occorre anzitutto capire cosa accadrà in Italia a partire dal 7 gennaio, da quando cioè l’attuale situazione prevista del decreto Natale avrà il suo termine. Per Boccia sarà ancora l’Italia che protegge la salute, quella del rigore e della serietà. La situazione è in rapida evoluzione e la terza ondata in Europa c’è già. L’Italia ha retto bene in un contesto internazionale difficilissimo e abbiamo riportato tutte le reti sanitarie regionali in sicurezza”.

Boccia sulla riapertura della scuola il 7 gennaio

Il ministro Boccia prosegue poi parlando delle varie misure che potrebbero essere confermate, ma “le restrizioni verranno prese sempre “sulla base dell’andamento dei contagi. “Nella terza ondata – continua – a doverci preoccupare non è solo il dato dei contagi, ma la rapidità della loro ripresa. Le diverse varianti a partire da quella inglese impongono una modifica dei tempi di reazione. Bastano pochi giorni per far saltare un equilibrio delicatissimo. Alcune zone del Paese devono prepararsi a conservare limiti alla circolazione, è un fatto inevitabile per quanto sgradito a tutti, a cominciare dal governo. Ma siamo sul rettilineo finale e mentre facciamo i vaccini dobbiamo tenere al riparo i più fragili e le reti sanitarie”.

Poi sulle scuole il ministro degli Affari Regionali sottolinea come il governo abbia tracciato una strada, con la possibile ripresa il 7 gennaio in base alla condizione epidemiologica. “Non è una scelta ideologica, ma un obiettivo – sottolinea Boccia – È evidente che lo stesso presidente del Consiglio segue con grande attenzione l’evoluzione dei contagi e le possibili difficoltà e che tutte le obiezioni delle Regioni sono prese in grande considerazione. Voglio ribadire che è la natura dell’epidemia che ci costringe spesso a prendere decisioni con un preavviso di poche ore e non la disorganizzazione“.

Infine, il ministro si è espresso anche sui vaccini e sul piano di vaccinazione covid che ha palesato evidenti ritardi in alcuni territori con solo il 10% delle dosi a disposizione che è stato fin qui somministrato. “Al momento – ha detto Boccia – sono stati somministrati oltre 100mila vaccini su 450.000 disponibili da qualche giorno. Da domani mattina primo giorno feriale dell’anno correranno tutti, ne sono sicuro. I dati sono in continuo aggiornamento sulla base delle cifre fornite dalle Regioni alle quali spetta l’organizzazione sui territori. Ci sono Regioni come il Lazio – aggiunge – che non si sono mai fermate né a Natale né a Capodanno e sono un modello per tutti”. Poi sulla possibilità di rendere il vaccino obbligatorio: “Non sono favorevole a un’obbligatorietà straordinaria, ma semplicemente ad applicare le norme in vigore. Chi vuole e deve lavorare deve innanzitutto difendere quelli con cui lavora. E’ un principio di democrazia, superiore a quello della libertà di scelta personale”.