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Nuovo Dpcm 16 gennaio, cosa cambia: tutte le novità

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Apertura dei musei in zona gialla, divieto di spostamento tra regioni, istituzione di una fascia bianca: le novità nel dpcm in vigore dal 16 gennaio.

Come ribadito dal ministro Speranza durante la sua informativa alla Camera, il nuovo Dpcm, firmato dal premier Giuseppe Conte il 14 gennaio, entra in vigore dal 16 gennaio 2021 e conferma la suddivisione dell’Italia in fasce a seconda del coefficiente di rischio di ogni regione: quali sono le principali misure contenute nel decreto?

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Nuovo Dpcm 16 gennaio: le novità

Il provvedimento prevede il divieto di spostamento tra regioni, anche gialle, se non per le consuete comprovate esigenze di salute, lavoro o necessità. Rispetto alle disposizioni attuali il governo stabilirà poi la limitazione dell’asporto per i bar a partire dalle 18 con l’obiettivo di ridurre gli assembramenti fuori dai locali pubblici. Prevista inoltre la conferma dell’indicazione di non ricevere nella propria abitazione più di due persone non conviventi (esclusi i minori di 14 anni e i soggetti non autosufficienti) come già avvenuto durante le vacanze di Natale. In questo caso si tratterebbe comunque di un suggerimento e non di un divieto.

Tra le novità contenute nel dpcm vi è anche l’apertura dei musei nelle regioni in zona gialla nel rispetto di tutte le misure di sicurezza, distanziamento sociale in primis. Ma anche l’istituzione di una zona bianca per i territori con una buona situazione epidemiologica, vale a dire un’incidenza sotto i 50 casi settimanali ogni 100mila abitanti, un indice di contagio inferiore a 1 e un basso tasso di occupazione delle strutture ospedaliere. Nelle regioni bianche, che comunque secondo Speranza non saranno istituite a breve, le regole saranno quelle relative alle fondamentali misure del distanziamento e dell’utilizzo delle mascherine.

Un’altra modifica rispetto alla situazione attuale è rappresentata dalla disposizione che entrino in zona arancione tutte le regioni a rischio alto secondo i 21 parametri dell’ISS. Stando all’ultimo monitoraggio degli esperti sarebbero 10 le regioni a rischio alto, 8 quelle a rischio moderato (tra cui 2 con probabilità di progredire ad alto) e soltanto una a rischio basso.