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Crisi di governo, chi sono i cosiddetti costruttori?

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Costruttori: chi sono e come potrebbero salvare il governo Conte?

Responsabili, costruttori, ma anche voltagabbana e traditori (dipende sempre dai punti di vista), questi sono stati gli appellativi rivolti ai parlamentari sparsi nel gruppo misto, e non solo, delle camere che se si riunissero sotto un unico simbolo potrebbero dare manforte alla maggioranza e dunque permettere al governo di continuare ad operare dopo il passo indietro di Matteo Renzi. Conte, dalla sua, spera che si trovino i numeri per riservare proprio al leader di Italia Viva lo stesso trattamento che solo un anno e mezzo fa aveva visto come suo bersaglio Salvini dopo gli episodi del Papete e la successiva crisi. Ma chi sono questi cosiddetti costruttori che potrebbero unirsi in sostegno del governo?

Governo: chi sono i costruttori?

I problemi maggiori Conte li ha al Senato dove pesa l’assenza dei 18 senatori di Italia Viva, mentre alla Camera c’è una maggioranza più consolidata. Prima di tutto è bene dire che per richiesta del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, i costruttori dovranno unirsi in un vero gruppo parlamentare e non in ordine sparso. Serve per questo un simbolo presente in Parlamento e depositato in occasione delle elezioni del 2018. Si pensa in tal senso al Maie, il gruppo degli italiani eletti all’estero che di suo ha 4 parlamentari, 2 dei quali sostengono già l’esecutivo. Alla Camera l’appoggio potrebbe dunque arrivare dal gruppo Maie/Con-te, mentre al Senato ruolo centrale è ricoperto da Centro Democratico di Bruno Tabacci che avrebbe accolto ben 7 ex deputati del M5S disposti a sostenere Conte.

La situazione al Senato

Al Senato serve una maggioranza assoluta di 161 parlamentari, ma al momento il governo senza i voti di Italia Viva ne ha solo 151 (compresi i voti dei senatori a vita Monti e Cattaneo). Occorre dunque trovare almeno 10 senatori – in realtà un po’ di più per avere un maggiore respiro – per poter risolvere la crisi di governo. Secondo alcuni indiscrezioni, sarebbero 7 i parlamentari di Italia Viva che non avrebbero apprezzato la scelta di Renzi e che per questo sarebbero disposti a votare a favore della maggioranza. Sono Carbone, Comincini, Conzatti, Grimani, Vono, Cucca e Marino. Ci sono poi 4 fuoriusciti da Forza Italia e 2 ex del M5s. Al centro del dibattito anche la moglie di Clemente Mastella, Sandra Lonardo, il comandante De Falco e Riccardo Nencini. Quest’ultimo è il detentore del marchio del Psi, fornito a Renzi per poter formare il gruppo dei renziani. Nencini potrebbe rimanere nel suo gruppo, ma votare in maniera diversa rispetto al leader di Italia Viva.