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Lombardia verso la zona rossa, Fontana: "Non ce lo meritiamo"

Attilio Fontana

La Lombardia entrerà in zona rossa dal 18 gennaio: a confermarlo, anticipando l'ordinanza di Speranza, è stato il Presidente Fontana.

Ai margini di un evento in Brianza il governatore Fontana ha annunciato che la Lombardia diventerà zona rossa da domenica 17 gennaio. Tra poche ore dovrebbe giungere l’ordinanza del Ministero della Salute che confermerà definitivamente il cambio di colore.

Fontana: “Lombardia zona rossa”

Queste le parole del Presidente lombardo: “Non ce lo meritiamo perché i cittadini lombardi sono stati bravi, hanno tenuto comportamenti corretti e i parametri sono migliorati. Purtroppo, però, il sistema dell’indice Rt si basa su dati vecchi che non rispecchiano la realtà attuale“. Il governatore ha infatti fatto presente a Speranza che c’è qualcosa che non funziona nei conti e nella determinazione dei parametri che secondo lui andrebbero rivisti. L’esponente del governo gli avrebbe risposto “che farà fare ancora dei controlli e che chiamerà il Comitato tecnico per rivalutare la situazione“.

Oltre alla Lombardia, dovrebbero diventare rosse anche la Sicilia e l’Emilia-Romagna. Ciò vuol dire che le scuole superiori rimarranno chiuse (anche in territorio lombardo dove il Tar ha recentemente annullato l’ordinanza di chiusura) così come i negozi ritenuti non essenziali. Sarà inoltre consentito uscire dal proprio domicilio soltanto per ragioni di salute, necessità, lavoro o per svolgere attività motoria e sportiva.

Bergamo chiede una deroga

Il sindaco di Bergamo Giorgio Gori e il presidente della Provincia di Bergamo Gianfranco Gafforelli, hanno scritto una lettera Fontana e alla Moratti affinché consentano una deroga per la loro zona in cui il numero dei contagi risulta più contenuto rispetto al resto della regione (61 ogni 100 mila abitanti). Il governatore ha risposto che, pur comprendendo le sue ragioni, il Ministero non tiene in considerazione l’incidenza dei casi bensì l’indice Rt.

Se infatti venisse considerato il numero di casi ogni 100 mila abitanti (inferiore anche ad alcune regioni gialle) e il tasso di ospedalizzazione (sotto l’1), la Lombardia sarebbe arancione. Di qui l’invito al sindaco Gori: “Se riesce a sollecitare i suoi rappresentanti politici, gli unici a poter cambiare le regole e modificare il sistema, non sarà necessario disporre deroghe per Bergamo in quanto tutta la Lombardia potrà essere, almeno, zona arancione“.